Quello della Quaresima ĆØ un tempo favorevole, che “riavvicina a Dio”, “aiuta la conversione”, invita l'uomo a cambiare vita. Ed ĆØ Dio stesso che ci chiama a questo cambiamento. Davanti al peccato di ognuno, GesĆ¹ assume un atteggiamento speciale: non minaccia, continua a chiamare “con dolcezza”. E' quanto affermaĀ Papa Francesco nel cuorso dell'omelia pronunciata nel corso della celebrazione mattutina nella Casa Santa Marta, in Vaticano.Ā Prende spunto dalla prima lettura di oggi (cfr.Ā Ā Is 1, 10.16-20)Ā per sottolineare la bontĆ e la dolcezzaĀ con cui Dio, sempre, si rivolge agli uomini:Ā āSu venite e discutiamo sono le parole del Signore ai capi di Sodoma e al popolo di Gomorra, a cui – spiega il Pontefice – ha giĆ indicato il maleĀ da evitare e il beneĀ da seguire. CosƬ fa con noi. Ci dĆ fiducia”.
In dialogo con Dio
“Il Signore dice: 'Vieni, su. Vieni e discutiamo, parliamo un poā'. Non ci spaventa. Eā come il papĆ del figlio adolescente che ha fatto una ragazzata e deve rimproverarlo. Lui sa che se va col bastoneĀ non andrĆ bene, deve entrare con la fiducia”. E aggiunge: “Il Signore in questo brano ci chiama cosƬ: 'Su, venite. Prendiamo un caffĆØ insieme. Parliamo, discutiamo. Non devi avere paura, non voglio bastonarti'. E siccome sa che il figlio pensa: 'Ma io ho fatto delle coseā¦', Dio interviene subito: 'Anche se i tuoi peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana'”. Questo, fa notare il Santo Padre, ĆØ un gesto di “fiducia” che il Signore compie nei nostri confronti: “Avvicina al perdono e cambia il cuoreā. La stessa cosa,Ā ricorda il Papa, “accadde con Zaccheo o Matteo, e cosƬ fa nella nostra vita: ci fa vedere come fare un passo avanti nel cammino della conversioneā.
Dio non minacciaĀ
“Ringraziamo il Signore per la sua bontĆ – prosegue il Pontefice -. Lui non vuole bastonarci e condannarci. Ha dato la sua vita per noi e questa ĆØ la sua bontĆ . Cerca sempre il modo di arrivare al cuore”. Quindi, rivolgendosi al clero ammonisce: “Quando noi sacerdoti siamoĀ nel confessionale, al posto del Signore, dobbiamo sentire le conversioni, anche noi dobbiamo avere questo atteggiamento di bontĆ , come dice il Signore: 'Venite discutiamo, non cāĆØ problema, il perdono cāĆØ', e non la minaccia”.Ā Racconta quindi un aneddoto: “C'era un cardinale confessore che proprio davanti al peccato che intuivaĀ essere 'grosso', non si soffermava troppo, andava avanti, continuava il dialogo”. “Questo apre il cuore – sottolinea Francesco – e lāaltra persona si sente in pace. CosƬ fa il Signore con noi , dice: āVenite, discutiamo, parliamo. Prendi la ricevuta del perdono, il perdono cāĆØā. Poi conclude: “A me aiuta vedere questo atteggiamento del Signore: il papĆ col figlio che si crede grande, che si crede cresciuto quando invece ĆØ ancora a metĆ strada. Dio sa che tutti noi siamo a metĆ strada e tante volte abbiamo bisogno di questo, di sentire questa parola: 'Vieni, non spaventarti, vieni. Il perdono cāĆØ'. Questo ci incoraggia. Andiamo dal Signore col cuore aperto: Lui ĆØ il padre che ci aspetta“.Ā