Ivescovi algerini hanno annunciato che l'8 dicembre prossimo, nella cattedrale di Santa Cruz della città nordoccidentale di Orano, si svolgerà la cerimonia di beatificazione di 19 martiri cattolici uccisi da estremisti islamici nel 1996.
I nomi dei martiri
I futuri beati sono, Pierre Claverie, vescovo di Orano, padre Marista Henri Vergès, suor Paul- Hélène Saint-Raymond , suor Esther Paniagua Alonso, suor Caridad Alvarez Martin, padre Jean Chevillard,padre Charles Deckers, padre Christian Chessel, padre Alain Dieulangard, suor Angèle-Marie Littlejohn, suor Bibiane Leclercq, suor Odette Prévost, padre Christian de Chergé, padre Luc Dochier, padre Christophe Lebreton, padre Michel Fleury, padre Bruno Lemarchand, padre Célestin Ringeard e padre Paul Favre-Miville. Questi ultimi erano frati trappisti nel monastero di Tibhirine. I religiosi hanno tutti perso la vita durante la guerra civile che ha lacerato l'Algeria tra il 1991 ed il 2002 ed ha contrapposto le truppe fedeli al governo ai miliziani islamisti. A farne le spese sono stati almeno 150 mila civili.
L'iter
Lo scorso gennaio Papa Francesco ha riconosciuto che la morte dei 19 religiosi è stata provocata in odium fidei. Una circostanza necessaria per consentire la beatificazione che arriverà ufficialmente l'8 dicembre nel corso di una cerimonia che sarà celebrata dal cardinale Angelo Becciu, nuovo prefetto della Congregazione delle cause dei santi.
Il martirio
Davanti alle violenze del conflitto armato andato in scena negli anni Novanta, molte comunità religiose furono chiamate a decidere se rimanere, correndo un grande pericolo, o abbandonare il Paese. I diciannove religiosi che persero la vita, scelsero di restare e condividere con il popolo algerino le sorti della terra che avevano imparato ad amare. Quella del vescovo Pierre Claverie, ucciso insieme al suo autista musulmano con una bomba messa all'ingresso della sede episcopale nel 1996, è l'ultima morte di un cristiano nel sanguinoso conflitto. Proprio il presule, a chi gli chiedeva il perchè della permanenza dei cattolici in un contesto così pericoloso dopo lo scoppio della guerra civile, aveva risposto: “Noi siamo qui a causa di questo Messia crocifisso. A causa di niente e di nessun altro! Non abbiamo nessun interesse da salvare, nessuna influenza da mantenere. Non abbiamo nessun potere, ma siamo qui come al capezzale di un amico, di un fratello malato, in silenzio, stringendogli la mano, asciugandogli la fronte. A causa di Gesù perché è lui che sta soffrendo qui, in questa violenza che non risparmia nessuno, crocifisso di nuovo nella carne di migliaia d’innocenti”.
L'invito
La notizia della beatificazione nella chiesa di Orano ha spinto il ministro per gli Affari religiosi del governo di Algeri, Mohamed Aïssa, a mandare un invito ufficiale al Santo Padre per visitare il Paese nordafricano e partecipare alla cerimonia dell'8 dicembre.