Allarme Sudan di un missionario in servizio nel paese africano. Chiede a Fides l’anonimato per motivi di sicurezza. Nella società sudanese circolano rabbia e frustrazione. Oltre alla povertà. Il timore è che in tale impasse si faccia strada un uomo forte. Come tante altre volte nella storia della martoriata nazione. Il missionario rileva anche la questione che tocca la libertà di culto: “Le Chiese sono ancora sotto la giurisdizione del ministero degli Affari Religiosi. Che sostanzialmente propone una ripetizione dell’approccio del ministero nel precedente regime“.
Impasse in Sudan
Due anni fa, il Sudan ha vissuto la sua “Primavera”. Rivoluzione incruenta che portò alla destituzione del dittatore al Bashir. E all’inizio di un percorso di transizione verso la democrazia. A due anni da quello storico cambiamento, si fa strada una preoccupante recessione economica. E una situazione sociale precaria.
Afferma a Fides il missionario: “Da quando è caduto Bashir siamo entrati in un periodo di grandi contraddizioni. Vi sono stati passi avanti. Ma il sentimento prevalente nel popolo è quello della delusione. Il problema principale è economico. L’inflazione ha abbondantemente superato il 500%. Con Bashir era tutto statalizzato. E governato attraverso il sistema dei sussidi. Modello tipico della fratellanza musulmana. Che garantiva pane, energia e medicine. Oltre che un forte controllo.
Sussidi
Da quando i sussidi sono stati cancellati, le spese che le famiglie devono affrontare sono decuplicate. Il pane, ad esempio, è passato da una lira alla pagnotta, a dicembre 2018, fino a 15, 20 lire di oggi. La gente è allo stremo. Sul piano politico, poi, a distanza di quasi due anni dall’accordo. Per il governo di transizione. Firmato ad agosto 2019, prevedeva un esecutivo composto al 50% da militari. E al 50% da civili. Non vi è ancora un’Assemblea legislativa. L’organismo che avrebbe dovuto rappresentare tutta la società. I movimenti politici. Civili. E religiosi. Questa assenza ha implicazioni sulla vita della gente. Significa che vige ancora la legge islamica. La donna è considerata molto meno dell’uomo. In tribunale, ad esempio, la parola di un uomo vale quella di due donne. Le donne non possono viaggiare da sole. La legislazione attorno al divorzio, inoltre, è tutta a favore dell’uomo.