I fondi raccolti all’interno del padiglione della Santa Sede a Expo Milano 2015 sono stati destinati, come ha indicato il Papa, al progetto “Promoting job opportunities for displaced Iraqis in Jordan”, che sarà realizzato dalla Caritas Giordania presso il Centro di Santa Maria della Pace di Amman. La cifra destinata all’iniziativa, informa un comunicato del Pontificio Consiglio Cor unum, è di 150 mila dollari, offerti liberamente dai numerosi visitatori del padiglione della Santa Sede a Expo Milano 2015. Il progetto verrà inaugurato ad Amman, il 12 maggio, da mons. Segundo Tejado Muñoz, sottosegretario di Cor unum, che sarà in missione nella capitale giordana fino al 13 maggio.
Il progetto, valutato in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura, intende venire incontro al desiderio di Bergoglio di impiegare quanto raccolto all’interno del padiglione in favore delle fasce più deboli che stanno soffrendo gli esiti della guerra in Siria e Iraq: ovvero i rifugiati, le loro famiglie e i loro figli, che in gran numero si trovano oggi in Giordania. Questa nazione, infatti, è uno dei principali Paesi di accoglienza: 130 mila sono al momento gli iracheni (quasi 1,3% della popolazione), oltre a 1 milione e 300 mila i siriani. Le cifre aumentano se si considerano anche quelli che non si sono ancora registrati attraverso gli uffici dell’Onu. Il direttore di Caritas Giordania, Wael Suleiman, ha detto che, nonostante l’impegno della Chiesa locale e delle autorità governative, rimane estremamente difficile per i rifugiati trovare lavoro: “Molti lo cercano per vivere più dignitosamente, spesso senza avere contratti. Ma il mercato non offre molte opportunità”.
In tal senso, il progetto servirà ad assicurare un lavoro regolarmente retribuito a 15 rifugiati iracheni, impiegandoli nella produzione di conserve e nella coltivazione e vendita di olio e ortaggi. Oltre ai 15 impiegati, beneficeranno dei proventi anche i relativi nuclei familiari, i quali diventeranno così in grado di auto-sostenersi. Il progetto fornirà anche un percorso di formazione professionale di falegnameria, agricoltura e industria alimentare per circa 200 iracheni, e grazie all’impiego di lavoratori occasionali saranno aiutati circa 500 iracheni all’anno. La cifra stanziata coprirà le spese per i primi sei mesi, mentre la fase di auto-sostentamento dovrebbe iniziare subito dopo grazie al ricavato delle vendite dei prodotti.