Grido dell’allarme dell’episcopato ad Acs: almeno 68 cristiani uccisi nello Stato nigeriano di Benue in due mesi. Monsignor Wilfred Chikpa Anagbe è il vescovo di Makurdi. Il presule a capo di una delle diocesi di Benue riferisce alla fondazione pontificia che i terroristi si travestono da pastori nomadi. Per nascondere il vero scopo dei loro attacchi. Che è quello di espellere i cristiani dalle loro terre.
Cristiani nel mirino
In due mesi nello Stato nigeriano di Benue almeno 68 cristiani sono stati uccisi e molti sono stati rapiti. Ben 1,5 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case. Alla radice del problema ci sono i persistenti attacchi dei terroristi islamici della tribù Fulani. Ai danni di comunità agricole. In gran parte cristiane. Residenti nella Nigeria centrale. Le ragioni di tali attacchi sono complesse. I conflitti tra pastori nomadi e contadini stanziali risalgono a secoli fa. Ma negli ultimi anni l’afflusso di moderne armi da fuoco ha reso le aggressioni molto più distruttive. La dimensione religiosa aggrava la situazione. In un Paese diviso equamente tra un sud a maggioranza cristiana e un nord a maggioranza musulmana. E in cui la maggior parte dei combattimenti si svolge nella regione centrale. Dove si trovano le terre più fertili.
Carenza di cibo
“La situazione ha causato una grave e insostenibile carenza di cibo”, racconta monsignor Chikpa Anagbe ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. E lo Stato di Benue è noto per essere il “paniere alimentare” della nazione. Ma il terrorismo ne ha intaccato l’approvvigionamento. Di conseguenza i contadini prima potevano sostenere loro stessi e le rispettive famiglie. E ora sopravvivono grazie alla carità.