Essere cristiani in Medio Oriente secondo l’arcivescovo palestinese Michel Sabbah

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Sos cristiani in Medio Oriente. Il Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini richiama l’attenzione sui problemi “che riguardano innanzitutto noi in quanto cristiani“. Come ad esempio “la nostra unione”. Il fatto di “avere un solo cuore. E condividere gli stessi intenti”. Occorre “rispettare le peculiarità di ogni Chiesa“. Ma “l’amore non ha confini”. E “nessun settarismo lo soffoca“. Dunque “conviene che ogni cristiano venga educato ad amare ogni altro cristiano. Sia della sua Chiesa che di altre Chiese“.

Il futuro dei cristiani

“Il futuro dei cristiani in Medio oriente non è una questione di numeri ma di fede”, afferma a Fides l’arcivescovo palestinese Michel Sabbah. Il Patriarca emerito di Gerusalemme dei latini indica all’agenzia missionaria vaticana le sollecitazioni contenute nel documento “Noi scegliamo la vita”. Sulla condizione e le prospettive future della presenza cristiana in Medio Oriente. Curato dall’équipe ecumenica di teologi e studiosi Nakhtar al Hayat. 

Sos trappole

Le comunità cristiane mediorientali sono chiamate a ridefinire l’approccio nei confronti dell’Occidente politico. E dei processi della globalizzazione. Per evitare di cadere nelle trappole di nuove forme di “colonialismo palese o nascosto”. La riflessione comune è stata condivisa da cristiani appartenenti a diversi Paesi. E varie Chiese e denominazioni ecclesiali del Medio Oriente. Compresi maroniti. Anglicani. Greco-cattolici. Greco-ortodossi.

Paola Anderlucci: