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Cristiani, musulmani ed ebrei insieme per la tutela della vita

“Sacralizzare la vita e umanizzare la morte”. Le parole del vicepresidente della Comunità religiosa islamica italiana, Yahya Pallavicini sintetizzano  le attese di cattolici, ebrei e islamici  sul complesso tema della fine di vita, all’esito del dialogo interreligioso promosso dal Centro di Bioetica di Ateneo dell’Università Cattolica. In materia i diversi culti “rivestono un ruolo di primaria importanza – spiega Pallavicini- ed è necessario che ci sia un dialogo e un confronto”. Le diverse fedi sono quindi chiamate a fornire criteri per riconoscere e tutelare “la dignità e inviolabilità della vita umana” come ha spiegato mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’ateneo nel suo saluto ai partecipanti all’incontro “Interreligious dialogue on the end of life”.

Questi temi, ha osservato il vescovo, sono di “comune interesse e qui si può trovare quella convergenza che a volte risulta più difficile sul piano strettamente fideistico”. Anche perché le religioni monoteiste hanno molto da dire sul valore della vita “come dono di Dio, sul senso del vivere come cammino di trascendenza, sulla rilevanza esistenziale e spirituale della sofferenza e sul fatto che non tutto finisce con la morte”. Una convergenza di vedute evidenziata dallo stesso Pallavicini. Nell’Islam, infatti, “la vita umana è sacra e inviolabile, non sono tollerabili né l’omicidio né il suicidio. E’ Dio a dare sia la vita sia la morte – ha raccontato – nessuna delle due può essere considerata un male; anzi, secondo i sapienti musulmani non è un male neppure la malattia”.

Da parte sua il rabbino capo di Roma (che è anche un medico radiologo) ha detto che “occorre superare la linea sottile che separa l’accanimento dall’omissione terapeutica”. A tal proposito ha richiamato la formulazione nello “Stato laico di Israele un testo diventato legge in cui sono stati accolti e condivisi principi fondamentali sul fine vita”. Cosa che nel nostro Paese “sarebbe molto difficile perche’ vi sono nodi non condivisi da diversi sistemi di pensiero”.

 

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