All’indomani dall’uccisione dei 12 migranti gettati in mare dai loro connazionali perché cristiani, parla Mons. Nunzio Galantino: “è un passo avanti nell’imbarbarimento, nella strumentalizzazione della religione” e aggiunge: “Quando gente che vive la stessa situazione di difficoltà, qual è quella di coloro i quali stanno su un barcone e tentano di raggiungere un posto che dovrebbe essere di speranza, addirittura strumentalizzano il credo religioso per dover far prevaler il proprio pensiero, la propria situazione, vuol dire che sono stati interiorizzati certi ragionamenti”.
Quanto all’atteggiamento dell’Europa, il segretario generale della Cei si è detto profondamente deluso. Non trovare soluzioni alternative “all’intervento armato” o alle “braccia allargate”, è per i paesi europei “un modo elegante per lavarsi le mani di fronte ad una dramma che sarà sempre più insopportabile dall’Italia”. Galantino inoltre sottolinea l’importanza di mettere in campo altri modi di agire e di intendersi in quanto di fronte a tali situazioni ci sono solo due alternative: “O allargare le braccia o andare a fare la guerra”.
Infine non mancano riferimenti anche agli Usa: “Aspetto il momento in cui gli Stati Uniti, l’Europa ed altri dicano almeno una parola, almeno una, di autocritica su quello che hanno fatto negli anni passati. Se siamo seri dobbiamo dire anche che gran parte di queste situazioni – riferendosi al dramma degli immigrati – sono state favorite, se non proprio create da tipi di interventi incauti, da interventi dietro i quali stiamo scoprendo un poco alla volta che c’erano soltanto interessi: altro che voglia di esportare valori, altro che voglia di esportare democrazia”.