Gli induisti si apprestano a celebrare la festa di Diwali, conosciuta anche come Deepavali ossia “fila di lampade ad olio”. La festa, che dura tre giorni, sarà celebrata per molti indù il prossimo 30 ottobre. E’ fondata su un’antica mitologia e rappresenta la vittoria della verità sulla menzogna, della luce sulle tenebre, della vita sulla morte, del bene sul male. Segna l’inizio del nuovo anno ed ha uno spiccato senso familiare, in quanto invita alla riconciliazione. In questa occasione il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ha inviato ai “cari amici indù” un messaggio firmato dal presidente card. Jean Louis Tauran e intitolato “Cristiani e Indù: Promuoviamo la speranza tra le famiglie”.
“Una sana società – scrive il cardinale – dipende dai legami familiari, eppure si sa che oggi la nozione stessa di famiglia è minata da un clima di relativismo nel suo significato e valore essenziali. Così anche la vita familiare è turbata spesso da gravi realtà come le guerre, la povertà e le migrazioni, divenute fin troppo consuete in tutto il mondo. Però ci sono forti segni di rinnovata speranza grazie alla testimonianza di coloro i quali credono nel perdurare dell’importanza del matrimonio e della vita familiare per il bene di ogni persona e della società nel suo insieme. Con questo sicuro rispetto per la famiglia, e con l’acuta consapevolezza delle sfide globali che ci si pongono dinanzi ogni giorno, desideriamo offrire una riflessione su come noi, Cristiani e Indù insieme, possiamo promuovere la speranza nelle famiglie e umanizzare sempre più la nostra società”.
Il porporato si sofferma sul ruolo fondamentale dei genitori nell’educazione dei figli e sulla necessità di inculcare in loro “il senso della speranza, orientandoli verso un futuro migliore e nel perseguimento del bene, anche di fronte alle avversità”. Pertanto le famiglie sono chiamate ad essere un “laboratorio di speranza”, come disse Papa Francesco al meeting mondiale di Philadelphia, “dove i figli imparano dall’esempio dei loro genitori e familiari, e fanno esperienza della potenza della speranza nel consolidare le relazioni umane, servendo i più dimenticati della società e superando le ingiustizie di oggi”. Infine l’invito, “come Cristiani e Indù” ad unirsi “a tutte le persone di buona volontà nel sostenere il matrimonio e la vita familiare, guidando le famiglie ad essere scuole di speranza. Portiamo la luce della speranza in ogni angolo del nostro mondo, offrendo consolazione e forza a tutti i bisognosi”.