“Il dialogo inclusivo è la solo via per ritrovare la pace”. E' quanto si legge nel messaggio pubblicato al termine dell'Assemblea Plenaria dei Vescovi dei Burundi, appena conclusosi, e letto in tutte le parrocchie durante del Paese centro africano durante la Messa domenicale.
Il messaggio dei Vescovi
“Insistiamo ancora una volta sul fatto che il dialogo inclusivo deve essere privilegiato, per l’interesse superiore della nazione, in vista di sbarrare la strada a tutti coloro che vogliono intraprendere la via della guerra” si legge nel documento riportato dall'organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie. “Invitiamo tutti coloro che sono coinvolti nella crisi a partecipare al dialogo sotto la mediazione di un facilitatore, ed esprimiamo la nostra inquietudine per il fatto che il dialogo fa fatica a concretizzarsi”.
Crisi umanitaria
La crisi politica e sociale in Burundi è scoppiata nell'aprile del 2015 a seguito dell’annuncio del Presidente Pierre Nkurunziza di ripresentarsi alle elezioni per un terzo mandato, in violazione della Costituzione che prevedrebbe solo due mandati. Dopo la terza elezione, avvenuta nel luglio 2015, le violenze e la conseguente repressione si sono accentuate, spingendo oltre 425.000 burundesi a rifugiarsi nei Paesi vicini.
Le stime Onu
Secondo l'Onu, dall’aprile 2015, ci sono stati già 2.000 morti e centinaia di persone scomparse e altre torturate, tanti che lo scorso 4 settembre gli investigatori incaricati dall’Onu hanno chiesto alla Corte Penale Internazionale di avviare un’inchiesta “il prima possibile” sugli abusi commessi da ufficiali e agenti delle forze di sicurezza burundesi, accusati di esecuzioni extragiudiziarie, detenzioni arbitrarie, torture e violenze sessuali. Fonte: Agenzia Fides.