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Corea: 80 anni di divisione. Una voce cattolica di speranza

Suor Ester, i giovani nordcoreani e il lavoro (silenzioso) per la riconciliazione

In Corea il 2025 è un anno molto significativo in quanto segna l’80° anniversario della liberazione e l’80° anniversario della divisione della penisola. Ricorre anche il 30° anniversario della fondazione della “Commissione per la riconciliazione della Corea” e il  10° anniversario del l’Institute for Peace-Sharing. L’agenzia missionaria vaticana Fides dedica alla Corea un approfondimento per una storica ricorrenza. Il Giubileo, indetto dalla bolla “Spes non confundit” ribadisce appunto che “la speranza non delude“. Ed è proprio questa speranza “racchiusa nel cuore di ogni persona” che porta i cattolici in Corea a procedere nel cammino anche nel loro modus operandi quotidiano. Lo testimonia anche suor Ester, che accompagna uno dei due gruppi dei giovani nati in Corea del Nord, fuggiti anni fa con le loro madri e stabiliti ormai da una decina di anni in Corea del Sud. Orgogliosi e determinati, studiano tutti in maniera assidua, presi anche dall’urgenza di integrarsi maggiormente nella impegnativa “efficienza” della metropoli. Nella loro storia personale hanno affrontato ostacoli e separazioni.

Corea
credito: CARLO LANNUTTI

Speranza per la Corea

“Dieci anni fa arrivavano 200 rifugiati politici al mese solo in questa zona, oggi arriva una persona ogni sei mesi. Dopo il Covid, le frontiere sono state chiuse e lo sono ancora. La vigilanza è sempre più rigorosa”, racconta a Fides suor Ester Palma, missionaria spagnola che, insieme alle sue consorelle – una belga, un’altra spagnola, una coreana ed una polacca – appartengono alla comunità dei Servitori del Vangelo della misericordia di Dio: una giovane comunità di diritto diocesano che opera da ormai 18 anni a Daejeon, quinta città più grande della Corea del Sud. Impegnata sin dal suo arrivo in Corea in vari ministeri, Suor Ester, insieme ad altri, accompagna a turno il piccolo gruppo di circa 12 persone chiamato “noi più giovani”, coordinato dai Padri Francescani. Il loro incontro periodico ha luogo a Seoul una volta al mese, dura circa due ore e si conclude con una messa e una cena insieme. per rifugiati che può avvenire il primo “contatto” con le opere della Chiesa cattolica. La fase formativa, della durata di tre mesi permette loro di acquisire conoscenze sul sistema bancario, educativo e religioso, per capire “come funziona la società”. I giovani vengono incoraggiati a confrontarsi con diverse comunità di fede e spiritualità, e grazie all’incontro con i religiosi uomini e donne in servizio nel centro può nascere una prima curiosità che può crescere grazie all’affetto e al senso di protezione che percepiscono. Un incontro e una esperienza che possono portare le persone anche a chiedere il battesimo e a scegliere di diventare cattolici.

 

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