L’iniziativa è nata in Vaticano quando il Presidente della Repubblica kazaka, Nursultan Nazarbayev, è stato ricevuto da Giovanni Paolo II. In quella occasione il Presidente chiese il sostegno della Santa Sede al suo Paese nell’avviare un’iniziativa di dialogo tra le religioni. Il Pontefice accolse subito la richiesta poichè “la Chiesa non solo prende iniziative di dialogo, ma le incoraggia e le sostiene quando si accorge della loro bontà”.
Successivamente all’incontro col Pontefice e dietro indicazioni del cardinale segretario di Stato, il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso inviò subito nel Paese asiatico il capo ufficio per l’islam. Così nacque una collaborazione che continua ancora oggi, ne è testimonianza non solo la partecipazione del rappresentante del dicastero ai lavori del segretariato, ma anche a quelli del gruppo di lavoro, che hanno avuto luogo ad Astana nel settembre scorso, in preparazione del quinto Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali che si svolgerà nella stessa Astana (Kazakhstan) dal 10 al 12 giugno 2015.
All’incontro avevano partecipato rappresentanti religiosi di tutti i continenti manifestando unità e determinazione nell’essere ascoltati dalla classe politica di un mondo lacerato come mai dalle guerre e che, spesso, vengono presentate come conflitti tra civiltà. “È necessario che il Congresso estenda il dialogo tra i responsabili religiosi per promuovere un altro forum, tra leader religiosi e politici. E deve essere un dialogo tra persone che si ascoltano”, aveva detto in un’intervista il presidente del Senato kazako Kasim Zhomart Tokáev.