Sos dei vescovi per la strage infinita nell’est della Repubblica Democratica del Congo

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Grido d’aiuto dei vescovi per la strage senza fine nell’est della Repubblica Democratica del Congo. “Da più di due decenni, l’est del nostro Paese è sconvolto da conflitti armati. E dall’insicurezza ricorrente. Tutto ciò causa la morte. La desolazione. Lo sfollamento delle popolazioni. Sfortunatamente, tutti i nostri appelli non hanno ancora trovato echi significativi. Nelle persone interessate”, spiegano a Fides i vescovi del martoriato paese africano.

Allarme Congo

Una delegazione della conferenza episcopale ha svolto una missione pastorale nell’est della Repubblica Democratica del Congo. In particolare nelle diocesi di Goma, Butembo-Beni e Bunia. Durante questa missione, i vescovi hanno pregato con le popolazioni. E hanno conferito con i rappresentanti di diversi strati della società. L’episcopato ha rivolto un pubblico appello al Capo dello Stato. Nella speranza di ottenere una grande mobilitazione. Per lottare contro le cause profonde di questa insicurezza. E cioè le violenze dei gruppi armati. Che agiscono per occupazione di terre. Lo sfruttamento illegale delle risorse naturali. L’ingiusto arricchimento. L’islamizzazione della regione. A dispetto della libertà religiosa.

Granaio saccheggiato

L’insieme di queste piaghe ha lasciato famiglie in lutto. Ha provocato massicci spostamenti di popolazioni. E ha causato una significativa perdita di proprietà. Danneggiando l’economia della regione orientale della Repubblica Democratica del Congo. L’est funge da granaio del Paese. Le vittime sono migliaia. Più di 6.000 morti a Beni dal 2013. E oltre duemila a Bunia solo nel 2020. Ci sono anche almeno tre milioni di sfollati. E circa 7.500 persone rapite. A ciò si aggiunge l’incendio di diverse case e villaggi. La distruzione e la chiusura di scuole e centri sanitari. Il saccheggio di edifici amministrativi. Il saccheggio di animali, campi e raccolti. Gli autori sono spesso gruppi armati e miliziani. “Alcuni dei quali trasmettono un’ideologia vicina al satanismo“, denunciano i vescovi. La stessa situazione di precarietà e di insicurezza che caratterizza il Nord Kivu e l’Ituri si riscontra nel Sud Kivu. Dove, per questo motivo, verrà inviata nei prossimi mesi un’altra missione. Per “l’ascolto e la rassicurazione”, spiega l’episcopato.

Paola Anderlucci: