Compleanno di lavoro per Francesco. Auguri da tutto il mondo per gli 88 anni del Papa

Papa

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E’ come sempre un compleanno di lavoro quello di papa Francesco, che festeggia oggi gli 88 anni, essendo nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936. Un giorno non troppo differente dagli altri per un Pontefice sempre restio ai festeggiamenti che riguardino la sua persona: i messaggi in arrivo da tutto il mondo, sia dall’ambito ecclesiale che civile. “Francesco, nonostante l’età avanzata e gli acciacchi non è incline a fare pause alla sua ordinaria attività- riferisce l’Ansa-. All’indomani del viaggio in Corsica si è speso in ben otto udienze, sia di singoli che collettive. L’avanzare dell’età non è un fattore che fa rallentare i ritmi a Jorge Mario Bergoglio. La sua missione e il suo lavoro quotidiano non conoscono pause, anzi mettono insieme sempre nuovi progetti. Francesco, tra l’altro, è atteso a brevissima scadenza dal Giubileo, che per un Papa non è esattamente un tempo di relax, e comunque ha appuntamenti già fissati per tutto l’arco del 2025″. E’ noto il suo desiderio di recarsi alle Canarie: dopo Lampedusa, la greca Lesbos e Ciudad Juarez al confine Usa-Messico, altro crocevia delle odissee dei migranti. Come pure la ripetuta volontà di andare in Turchia per il 1700° anniversario del Concilio di Nicea.

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Papa del dialogo

Da Buenos Aires a Roma. Nella capitale argentina Jorge Mario Bergoglio nasce il 17 dicembre 1936, figlio di emigranti piemontesi: suo padre Mario fa il ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupa della casa e dell’educazione dei cinque figli. Diplomatosi come tecnico chimico, sceglie poi la strada del sacerdozio entrando nel seminario diocesano. L’11 marzo 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù. Completa gli studi umanistici in Cile e nel 1963, tornato in Argentina, si laurea in filosofia al collegio San Giuseppe a San Miguel. Tra il 1964 e il 1965 è professore di letteratura e psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fé e nel 1966 insegna le stesse materie nel collegio del Salvatore a Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 studia teologia laureandosi sempre al collegio San Giuseppe. Il 13 dicembre 1969 è ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Prosegue quindi la preparazione tra il 1970 e il 1971 in Spagna, e il 22 aprile 1973 emette la professione perpetua nei gesuiti. Di nuovo in Argentina, è maestro di novizi a Villa Barilari a San Miguel, professore presso la facoltà di teologia, consultore della provincia della Compagnia di Gesù e rettore del Collegio. Il 31 luglio 1973 viene eletto provinciale dei gesuiti dell’Argentina. Sei anni dopo riprende il lavoro nel campo universitario e, tra il 1980 e il 1986, è di nuovo rettore del collegio di San Giuseppe, oltre che parroco ancora a San Miguel. Nel marzo 1986 va in Germania per ultimare la tesi dottorale. Quindi i superiori lo inviano nel collegio del Salvatore a Buenos Aires e poi nella chiesa della Compagnia nella città di Cordoba, come direttore spirituale e confessore. È il cardinale Antonio Quarracino a volerlo come suo stretto collaboratore a Buenos Aires. Così il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno riceve nella cattedrale l’ordinazione episcopale proprio dal cardinale. Come motto sceglie Miserando atque eligendo (Guardò con misericordia e scelse) e nello stemma inserisce il cristogramma IHS, simbolo della Compagnia di Gesù. È subito nominato vicario episcopale della zona Flores e il 21 dicembre 1993 diviene vicario generale. Nessuna sorpresa dunque quando, il 3 giugno 1997, è promosso arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Passati neppure nove mesi, alla morte del cardinale Quarracino gli succede, il 28 febbraio 1998, come arcivescovo, primate di Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel Paese, gran cancelliere dell’Università Cattolica. Nel Concistoro del 21 febbraio 2001, Giovanni Paolo II lo crea cardinale.

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Magistero della condivisione

Eletto al soglio di Pietro, testimonia al mondo il Vangelo della condivisione, Tutto il magistero di Francesco è fatto di profezia e non di soluzioni tecniche. Come se dicesse: io ti faccio vedere ciò che tu non sei più in grado di vedere a causa delle cataratte storiche
o ideologiche che ti riducono la vista. Gli uomini-scarto, l’umanità e la fratellanza dei migranti, la catastrofe ecologica che minaccia la vita soprattutto dei popoli più poveri, ecco io ti tolgo le cataratte che ti impediscono di vedere, ma la soluzione tecnica a questi drammatici problemi la devi trovare tu, è responsabilità politica tua, io non voglio invadere il terreno della tua autonomia e della tua competenza di laico e soprattutto di laico impegnato in politica (Lumen Gentium 31). In questo senso, Francesco riconosce che ai laici è affidata la responsabilità di contemporaneizzare il messaggio cristiano e, quindi, il dovere di coltivare una particolare intelligenza della storia e della modernità, utilizzando tutti gli strumenti che la ricerca tecnologica consente, restando padroni di sé, della propria vita e della propria libertà.

Giacomo Galeazzi: