La quotidianità è disseminata di stelle comete che conducono a Dio. “Un salmo mi assicura che l’Altissimo istruisce nel sonno i propri figli (Sal 16,7) allora io chiedo istruzioni ogni notte.” Ecco le istruzioni per vivere con pienezza la vita proiettandola verso una fede feriale, vera e silenziosa. “Chiedo istruzioni ogni notte (Rubbettino) è la corrispondenza epistolare scritta a quattro mani da due amici, due persone di fede accumunate anche dall’amore per la carta. La scrittrice Sonia Serazzi e il giornalista Antonio Cavallaro– sottolinea Emanuela Stella (Associazione e rivista culturale Glicine)- È per questo amore condiviso che si abbandonano alle loro riflessioni con il sapore antico delle lettere. Una finestra sul mondo di ogni giorno, aperta a dicembre del 2020 e chiusa, almeno per noi lettori, a ottobre dell’anno seguente, che ci mostra senza alcuna morbosità ma con genuina semplicità, la strada, affatto comoda, della fede. Attraverso pensieri delicati, intimi, passi delle Scritture, dipinti suggestivi, racconti familiari, impariamo a camminare. Pagina dopo pagina, lettera dopo lettera. Tra le stelle di carta stagnola che indicano un percorso fatto di gratitudine. Di una fede quotidiana, di piccole cose e di grandi insegnamenti“.
Comete di speranza
È di fede feriale che scrivono gli autori di questo epistolario, di una speranza che addolcisce giorni senza miracoli, anche quando il verso del bene costa fatica e insegna a camminare in punta di piedi per l’eternità. “Chiedo istruzioni ogni notte” dice a due voci una bellezza ammaccata. Che pure resiste e dura nel mondo, sostenendo il passo di quanti avanzano senza trionfi. “Dell’andare onesto scrivono Antonio Cavallaro e Sonia Serazzi, e lo fanno col tono chiaro di chi non teme la propria povertà. Forse perché la affida allo sguardo di un Dio capace di rovesciarla in qualcosa che valga comunque – sottolinea una nota dell’editore-. Così le lettere che leggerete vi racconteranno di vite e di funerali, di amori fedeli e di monopattini, di soldati che si svegliano nel freddo. E di spose modeste che stringono mazzi di foglie secche. Ma ancora fra queste pagine si stendono tappeti d’oro che salgono in paradiso, e poi scintillano alla buona certe stelle di carta stagnola che si sforzano d’essere comete per chi cerca l’Altissimo. Chiedo istruzioni ogni notte è l’ostensione di un quotidiano che si arrende alla macina come fa il grano. E nella resa delle spighe c’è il candore del pane impastato per tutti“.
Spirito riflessivo
“E così leggiamo delle feste di Natale vissute durante la pandemia con uno spirito diverso, meno frenetico e più riflessivo. Necessario a scoprire una nuova dimensione- osserva Emanuela Stella-. Parliamo della malattia e della morte, ma anche e soprattutto dell’amore, di amore fedele che supera il tempo e lo spazio, di premure quotidiane, di povertà ma mai di miseria, di bellezza ‘ammaccata’ che salverà il mondo. Dallo scambio tra Serazzi e Cavallaro impariamo la speranza della fioritura, fatta di lacrime e resurrezione. Una resurrezione cheta, senza troppo rumore. Perché ‘ai poveri pare sempre brutto sporcare con le suole il soffice ricamo di un lungo tappeto d’oro‘”. Nelle lettere, prosegue Stella, “troviamo dubbi, forse a volte anche provocatori. Troviamo l’accettazione di un cristianesimo scevro di meccanicismi, della necessità di voler esplorare tutto ciò che non si discerne. Ciò che la mente umana, per la sua natura limitata, non può conoscere e contenere”. Dall’altra, “la ricerca di una spiegazione razionale della fede. Tutto questo ci proietta in una diversità di visioni che ci aiuta, ci consola dolcemente e ci consente di accettare fino in fondo ciò che siamo. Una carezza per la nostra anima”.