Papa Francesco a San Giovanni Rotondo. E' nel luogo dove Padre Pio ha vissuto gli ultimi 50 anni della sua vita che il Pontefice si è recato nella sua seconda e ultima tappa sulle orme del santo di Pietrelcina. Proprio dal paese del beneventano il Pontefice è giunto in elicottero, accolto nel campo sportivo “Antonio Massa” da monsignor Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo e dal sindaco Costanzo Cascavilla.
L'incontro con i bambini ricoverati
Dopo i saluti, Papa Bergoglio si è recato nella Casa Sollievo della Sofferenza, l'ospedale fondato da Padre Pio e inaugurato nel 1956. Qui ha incontrato i bambini ricoverati nel reparto di oncologia, circa 21. La visita è avvenuta a porte chiuse. Mentre il Papa entrava nella struttura, ha salutato e benedetto gli ammalati affacciati alle finestre e i fedeli presenti.
Davanti alle spoglie del Santo
Uscito dalla Casa Sollievo della Sofferenza, il Vescovo di Roma si è recato al santuario Santa Maria delle Grazie, per venerare le spoglie mortali di Padre Pio. Ad accogliere il Pontefice, il generale dei cappuccini, fr. Mauro Johor, fr. Maurizio Placentino, ministro provinciale della Provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio dei Frati Minori Cappuccini, fr. Carlo Laborde, guardiano del Convento di San Giovanni Rotondo, e fr. Francesco Dileo, rettore del Santuario. Papa Francesco ha prima salutato i vari frati, poi ha sostato alcuni minuti davanti alle spoglie del Santo, dopo di che si è avvicinato e ha deposto sopra la teca una stola rossa. Dopo essersi raccolto in preghiera davanti alle spoglie di Padre Pio, Papa Francesco ha avuto modo di recarsi nella stanza del santo.
La Messa
Ultimo appuntamento del Papa a San Giovanni Rotondo è sul sagrato della Chiesa di san Pio, dove ha celebrato una Messa. Nell'omelia egli ha posto l'accento sull'importanza della preghiera. “Spesso, al momento di pregare, vengono in mente tante scuse, tante cose da dover fare”, ha spiegato il Pontefice. Ma questo “attivismo” che coinvolge molte persone diventa “inconcludente” perché “senza di Lui non possiamo fare nulla”. Al tempo stesso Francesco ha invitato a non approcciarsi alle preghiere come “saltuarie chiamate di emergenza” o “tranquillanti da assumere a dosi regolari per avere un po’ di sollievo dallo stress”. Piuttosto, ha richiamato a seguire la raccomandazione di Padre Pio a “pregare sempre”, magari “in silenzio”, per meglio assumere una condizione di “meditazione” e “lode”.
Il silenzio, appunto, che si collega all'umiltà, tema che il Santo Padre ha richiamato. “Quando si è pieni di sé – ha detto – non c’è posto per Dio”. Perciò “Dio preferisce i piccoli, per questo bisogna abbassarsi, riconoscersi bisognosi”. Del resto – ha proseguito – “il mistero di Gesù Cristo è mistero di piccolezza: lui si è abbassato, si è annientato”.
E “chi preferisce i piccoli proclama una profezia di vita contro i profeti di morte di ogni tempo“. Papa Francesco ha ricordato la soppressione di vite che la società utilitaristica ritiene “inutili”, quelle dei bambini nel ventre materno o degli anziani. Ha ricordato un aneddoto, di quando era bambino e, a scuola, rimaneva scioccato nell'apprendere che nell'antica Sparta i bambini malformati venivano gettati via alla nascita. “Noi facciamo lo stesso, con più crudeltà – ha detto il Papa riferendosi all'aborto -: quello che non serve, lo buttiamo. Questa è la cultura dello scarto. I piccoli non sono voluti oggi”. Contro la cultura dello scarto, il Papa pone quella dell'incontro, di cui è testimone la Casa Sollievo della Sofferenza. “Nell’ammalato si trova Gesù, e nella cura amorevole di chi si china sulle ferite del prossimo c’è la via per incontrarlo”, ha detto.
Proprio sul valore del donarsi agli altri si è snodata l'ultima parte dell'omelia. “La vita profuma quando è offerta in dono; diventa insipida quando è tenuta per sé”, ha affermato Francesco. Di questa carità è stato testimone Padre Pio, che – ha ricordato il Pontefice – “ha offerto la vita e innumerevoli sofferenze per far incontrare il Signore ai fratelli. E il mezzo decisivo per incontrarlo era la Confessione, il sacramento della Riconciliazione. Lì comincia e ricomincia una vita sapiente, amata e perdonata, lì inizia la guarigione del cuore. Padre Pio è stato un apostolo del confessionale. Anche oggi ci invita lì”, ha concluso.
Papa Francesco nella stanza di Padre Pio – Copyright: Vatican Media.