I colloqui di pace tra il governo della Colombia e il gruppo ribelle ELN (Esercito di Liberazione Nazionale) sono ripresi a Caracas in Venezuela. Le delegazioni partecipanti hanno espresso ottimismo sui dialoghi in corso. E hanno invitato altre nazioni ad unirsi ai tre paesi garanti degli accordi di pace (Venezuela, Cuba, Norvegia). Chiedendo agli Stati Uniti la presenza ai lavori di un inviato speciale. “La riconciliazione che tutti vogliamo assumere e rinnovare deve essere accompagnata da un’alta dose di speranza. E questa ci manca, come servi delle nostre comunità. Manca anche nelle nostre comunità”, dichiara all’agenzia missionaria vaticana monsignor Fides monsignor Luis José Rueda Aparicio. L’arcivescovo di Bogotá presiede la Conferenza episcopale della Colombia.
Colombia da pacificare
L’episcopato della Colombia esorta a non perdere la speranza in mancanza di risultati immediati. “La speranza può essere persa perché a volte vediamo più il negativo che il positivo. Da molti anni riflettiamo, preghiamo, lavoriamo, ci impegniamo sul tema della pace e della riconciliazione. E come dice il salmista, quando noi diciamo pace, gli altri gridano alla guerra. Sembra che abbiamo finito una fase della guerra e ne abbiamo iniziata un’altra. E non solo a livello regionale e nazionale, ma internazionale”. I vescovi della Colombia hanno incaricato 450 “Artigiani della pace” di portare nelle diverse regioni un messaggio di riconciliazione e di speranza. “La speranza non è una semplice decisione della volontà personale. Né è un puro dono di Dio del tutto estraneo alla responsabilità personale. Piuttosto, è una combinazione di entrambi“, evidenzia l’episcopato. Invitando a “guardare e fare il punto sul positivo e sul buono che è accaduto. Sulle conquiste che sono state raggiunte. Per intraprendere il passo seguente.