Allarme dei vescovi per l’escalation di violenza in Colombia. Il vescovo di Magangué, monsignor Ariel Lascarro Tapia denuncia scontri tra gruppi armati per il controllo del dipartimento di Bolivar. Queste esplosioni di violenza hanno provocato numerosi morti. E lo sfollamento di almeno 900 persone nei capoluoghi comunali. Cioè nei comuni di Santa del Sur e Montecristo. “Un clima di ansia e angoscia si percepisce tra gli abitanti di queste località- avverte il vescovo-. Finora non è stato possibile stabilire il numero esatto di sfollati. Perché con il passare del tempo arrivano sempre più famiglie in fuga dalla violenza“.
Il grido d’aiuto della Colombia
Data la grave situazione, il presule lancia un appello urgente al governo nazionale e alle autorità. Perché pensino a questo territorio sconvolto da conflitti. L’agenzia missionaria vaticana Fides rilancia il grido d’aiuto dell’episcopato. Servono immediatamente aiuti alle famiglie sfollate. Monsignor Lascarro ribadisce l’urgenza di trovare una soluzione al conflitto. Per permettere il ritorno delle famiglie sfollate nei loro territori di origine. E garantire il rispetto dei loro diritti fondamentali. In particolare quelli alla vita e a un lavoro dignitoso. Il vescovo ribadisce il deciso accompagnamento delle comunità colpite dalle violenze. Incoraggiandole in particolare a non abbandonare i propri territori. E a perseverare nella rivendicazione dei diritti riconosciuti dalla Costituzione.
In fuga
Queste famiglie fuggono dagli scontri tra la il Gruppo Armato Organizzato Estructura 37. L’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN). E il clan del Golfo. Che cercano di controllare un territorio disseminato di miniere. E attraversato dalle rotte che consentono il trasporto della pasta di coca. Le famiglie sfollate provengono dalla catena montuosa di San Lucas. E dai comuni che appartengono alla catena mineraria formata dalle miniere di Piojó, Repollo, Chocó e Mina Central.