Un monaco robot per promuovere āla saggezza buddista 2.0ā. Non ĆØ un nuovo supereroe manga, ma lāultima innovazione del Tempio buddista di Longquan, periferia di Pechino (Cina). Il tempio si ĆØ munito, per accogliere i visitatori sempre piĆ¹ tecnologizzati, di un piccolo robot alto 60 cm a forma di monaco buddista che indossa un kimono giallo, ha la testa rasata e ha stampata in faccia un’espressione di costante sorpresa.
L’obiettivo del monaco Hi-Tech ĆØ quello di raggiungere i visitatori del tempio che siano interessati al Buddismo e alla vita quotidiana della comunitĆ dei monaci di Longquan, attraverso 20 semplici risposte fruibili tramite touchscreen. Il tutto sotto lo sguardo accondiscendente del Grande Maestro Xuecheng.
āScienza e Buddismo non sono realtĆ opposte o in contraddizione ma possono essere combinate e compatibiliā ha raccontato al āGuardianā il Maestro Xianfian, laureato all’Accademia Centrale di Belle Arti e ideatore di Xian’er, nato prima come fumetto disegnato dallo stesso Xianfian al suo arrivo al tempio nel 2011 e ora divenuto realtĆ .
Secondo il Maestro, l’intelligenza artificiale puĆ² essere sfruttata per diffondere la saggezza buddista in Cina insieme alle pratiche āclassicheā. Una possibilitĆ in piĆ¹, dunque, da fruttare in tempi moderni come i nostri. Anche perchĆ©, come recita un aforisma, ĆØ importante ānon fare dell’oggi un fastidioso rimpianto di domani solo perchĆ© il passato ĆØ ormai lontanoā.