Le autorità cinesi hanno liberato senza alcun preavviso cinque cristiani, rinchiusi da oltre quattro mesi in carcere. Il rilascio era avvenuto il 28 agosto scorso, ma la notizia è filtrata solo in questi ultimi giorni. Fonti locali riferiscono che, dietro la decisione, vi potrebbe essere l’intenzione di evitare contrasti con alcuni leader del G20, ospitati a Hangzhou – nella provincia orientale costiera dello Zhejiang – a partire dal 4 settembre scorso.
Ji Qingcao, Ji Qingcou, Ou Jinsi, Mei Xueshun e He Lijing erano stati arrestati lo scorso aprile per “aver ostruito il lavoro degli organi di governo” e aver “fomentato il disordine pubblico” perché avevano facevano parte di un gruppo di manifestanti che si opponeva alla demolizione della chiesa di Guankou. Secondo quanto riportato dagli attivisti di China Aid, già in precedenza le autorità cinesi avevano fermato diversi altri cristiani; a loro carico, avevano emesso accuse pretestuose o fasulle per trattenerli in prigione.
Ancora in cella è trattenuto un pastore di una chiesa protestante, accusato di aver “riunito una folla” con lo scopo di “disturbare l’ordine pubblico”. Il pastore Wen Xiaowu, a capo di una chiesa a Rui’an, è stato arrestato assieme alla moglie e al figlio il 15 aprile scorso, dopo aver incontrato alcuni funzionari statunitensi all’intero della rappresentanza diplomatica Usa a Shanghai.