Da oramai più di due anni in Cina, nella provincia orientale del Zhejiang, le autorità comuniste locali hanno intrapreso una campagna di repressione della libertà religiosa, bandendo i simboli della religione cristiana, prima le croci e le chiese e, ora, “ogni forma di attività religiosa” nei luoghi di cura.
Tale iniziativa contro le croci e gli edifici cristiani si deve a Xia Baolong, segretario del Partito comunista di Wenzhou, città-prefettura situata nella parte sud-orientale della provincia cinese dello Zhejiang, ribattezzata come la “Gerusalemme di Cina” data la massiccia concentrazione di cristiani, che ha affermato che guardando lo skyline di Wenzhou si vedevano “troppe croci”.
Così, il Central Hospital di Wenzhou, istituto di cura fondato e diretto per anni da una congregazione protestante, ha affisso all’ingresso una nota in cui spiega la circolare emessa dalla pubblica autorità con cui viene bandita ogni forma di attività religiosa negli ospedali pubblici e le nuove regole che, ora, devono seguire pazienti e visitatori.
In base alle nuove disposizioni le attività religiose in ospedale non sono permesse, i pazienti e i visitatori non possono pregare, leggere ad alta voce la Bibbia o recitare preghiere in maniera rumorosa, né ricevere ministri di culto e pastori.