Choc in Nigeria: assassinato padre Tanko

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Nemmeno l'organizzazione di un incontro di pace, evento cruciale per un Paese come la Nigeria, è bastato a interrompere la scia di sangue di cristiano. A quel vertice nel villaggio di Takum, avrebbe dovuto partecipare don David Tanko, giovane sacerdote atteso per mediare nella trattativa per il cessate il fuoco fra le fazioni Tiv e Jukun, attive fra gli Stati di Taraba e Benue in una sanguinosa faida fatta di raid, violenze e feroci scontri territoriali. A Takum padre Tanko non è mai arrivato, fermato lungo la strada da alcuni uomini armati (forse di etnia Tiv) e assassinato con una raffica di proiettili. Gli aggressori, prima di dileguarsi, hanno bruciato il suo corpo all'interno dell'automobile sulla quale viaggiava prima di essere ucciso.

La condanna

Un omicidio brutale, avvenuto tre giorni fa ma che ancora vede sotto choc la comunità cristiana di quell'angolo di Nigeria: “L’assassinio di un prete cattolico – ha dichiarato il presidente nigeriano Muhammadu Buhari, riportato da Fides – sottolinea l’urgenza di affrontare questo conflitto duraturo e imbarazzante. A nome del governo federale e dell'intera popolazione del Paese, porgo le mie condoglianze alla comunità cattolica, al governo e al popolo di Taraba per le perdite derivanti dalle violenze che hanno sconvolto le comunità”. L'intervento della massima autorità civile nigeriana dà il peso della gravità di quanto accaduto sulla strada verso Takum, non solo per l'efferatezza dell'omicidio ma anche per il momento e la circostanza in cui si è verificato, ovvero mentre il sacerdote si stava recando al vertice di pace fra le due fazioni in lotta: “Ai governatori di Taraba e Benue – ha detto ancora Buhari -, ai capi tradizionali, ai leader religiosi di incontrarsi urgentemente per porre fine a persistenti scontri violenti tra Jukun e Tiv”. Il Capo dello Stato, inoltre, ha spiegato che il governo “non rimarrà fermo a guardare mentre si inverminano le profondi divisione tra le popolazioni Tiv e Jukun”.

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