Oggi prende il via il Sinodo annuale dei vescovi della Chiesa maronita. La prima parte della riunione sinodale (da oggi a sabato) avrà la forma di ritiro spirituale. Con meditazioni guidate da padre Fadi Tabet. Rettore del santuario di Harissa.
Allarme della Chiesa maronita
L’impegno eroico della Chiesa maronita nello scenario devastante della crisi del Libano. Il cardinale libanese Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei maroniti rinnova l’atto di consacrazione del Libano. E di tutto il Medio Oriente al Cuore Immacolato della Vergine Maria. In una solenne cerimonia al Santuario di Nostra Signora del Libano, a Harissa. Con l’arcivescovo Joseph Spiteri, nunzio apostolico in Libano. E un numero contingentato di fedeli. Provenienti da diverse regioni del Paese. Nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria imposte dalla pandemia.
La voce della Chiesa
Il capo della Chiesa maronita deplora il “modus operandi” della classe politica libanese. “In questi giorni difficili, i funzionari stanno cercando di salvare se stessi e i loro interessi. Non si preoccupano di un popolo stanco di vivere umiliazioni. Davanti a banche e cassieri. Distributori di benzina. Forni. Farmacie. Ospedali”, denuncia il patriarca. E aggiunge: “Noi siamo un popolo che non muore”. Da qui l’invocazione affinché tutti i popoli della regione mediorientale siano liberati “dai peccati che portano a divisioni. Aggressioni. Violenza”.