La testimonianza di fede della Chiesa congolese. L’entusiasmo ma anche la consapevolezza dell’impegno e la gravosità di un “sì” a Dio. Pronunciato in un “momento storico complesso sotto molteplici aspetti”. In un mondo in cui “il divario tra gli uomini e Dio aumenta“. Dove la “povertà cresce”. E anche il clima manda segnali inequivocabili.
La via congolese alla fede
L’importanza di “correre il ‘rischio’ di dire sì a Dio”. 13 i giovani (11 congolesi e 2 camerunensi). Memoria liturgica della Madonna del Santo Rosario. Noviziato Buisson Ardent. Qui le nuove risorse della Chiesa congolese hanno emesso la prima professione religiosa. Alla presenza di Padre Jozef Matton. Consigliere Generale della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria (CICM). Essere profeti e missionari, sulle strade del mondo. E’ la chiamata a “scegliere la vita religiosa come missionari“. Una grazia e anche un impegno che “richiede fedeltà”. Fedeltà “nella missione di Dio attraverso la Congregazione. Nei consigli evangelici. Nell’amore di nostro Signore Gesù Cristo”, spiega padre Matton. E rilancia l’esortazione del Papa a recarsi nelle periferie. Perché “i religiosi hanno un ruolo profetico nella Chiesa e nella mondo”.
Sfida impegnativa
I neo-professi hanno risposto a padre Matton di “avere il cuore pieno di gioia. Sappiamo che siamo di fronte ad una sfida molto impegnativa. Essere luci per questo mondo impantanato nelle tenebre. E nell’ombra della morte”. Il noviziato Buisson Ardent, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, è uno dei 2 noviziati della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria. Accanto a quello di Taytay nelle Filippine. Avviato nel 1972, questo noviziato festeggia il suo 50° anniversario l’anno prossimo. Molti i missionari che in esso si sono formati. Tra loro anche due congolesi diventati superiori generali. Padre Edouard Tsimba (2005-2011). E padre Charles Phukuta (dal 2017).