Dopo dieci mesi di lavori sarà inaugurata domani, con una significativa cerimonia ecumenica fissata per le ore 10, la basilica del S. Sepolcro a Gerusalemme, al termine della prima fase dei restauri. La cerimonia sarà concelebrata dai rappresentanti delle tre Chiese che hanno permesso l’avvio delle opere, ovvero il patriarca greco-ortodosso Theophilos III, il patriarca armeno apostolico Nourhan Manougian e il custode di Terra Santa padre Francesco Patton. Ma sarà presente anche mons. Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini ma firmatario dell’accordo con le altre confessioni quando era ancora custode di Terra Santa. Inoltre, è previsto l’arrivo del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I: l’ultima volta che era stato a Gerusalemme era stato in occasione dell’abbraccio con Papa Francesco nel 2014. Anche le altre Chiese cristiane di Terra Santa parteciperanno all’evento.
Un accordo storico
Per comprendere la portata storica dell’intesa che ha portato al restauro dell’edicola che custodisce la roccia su cui fu adagiato Gesù e che fu testimone della sua Resurrezione è sufficiente pensare che era “ingabbiata” da travi di ferro dal 1947. Gli inglesi che occupavano la Palestina, infatti, avevano avviato dei lavori di consolidamento per evitare il crollo dell’edificio in seguito al terremoto del 1927 ma non li avevano potuti completare a causa dei dissidi tra armeni, ortodossi e cattolici. Ma non è finita. I lavori appena completati sono costati circa 3,5 milioni di dollari. I fondi sono stati reperiti dalle tre confessioni cristiane dello “status quo” e hanno contribuito anche il Re di Giordania, Abdallah II, l’Autorità nazionale palestinese, il governo greco e il Fondo mondiale per i monumenti. Come si legge sul sito della Custodia, l’intervento ha riguardato l’edicola della Tomba che è stata “consolidata, riparata, stabilizzata, ripulita, ma le cause della sua fragilità non sono state del tutto eliminate, in particolare, la questione dell’umidità cronica”. Ora servirà una seconda fase per la quale il preventivo è di circa 6 milioni di dollari. La S. Sede ha già annunciato lo stanziamento di mezzo milione di dollari ma per avviare il cantiere serve un nuovo accordo. Le opere serviranno a togliere “tutta la pavimentazione attorno all’edicola, rifare tutte le canalizzazioni, restaurare tutte le pietre del pavimento, o sostituirle con altre di identico stile, consolidare le fondazioni dell’Edicola, garantendo la stabilità sismica dell’insieme”. Nell’occasione potrebbero essere avviati nuovi scavi archeologici.
Pasqua insieme
“Questo è in assoluto per noi cristiani il luogo più importante che ci sia sulla faccia della Terra perché è il luogo dove Gesù ha vinto la morte – ha dichiarato padre Patton alla Radio Vaticana – Quindi se noi parliamo di speranza cristiana, parliamo a partire da quello che è accaduto in questo luogo. Il lavoro di restauro è stato un po’ un banco di prova di un dialogo fraterno, di relazioni anche molto, molto amichevoli che ci hanno consentito di portare avanti i lavori e probabilmente pensare ad ulteriori lavori da fare insieme proprio nella zona del Santo Sepolcro e anche a Betlemme. Poi quest’anno c’è questa felice coincidenza che in una visione cristiana si chiama anche provvidenziale coincidenza, che è la data della Pasqua (quest’anno è per tutti il 16 aprile, ndr). Per cui a poche settimane dalla Pasqua, ci ritroveremo insieme intorno all’Edicola del Santo Sepolcro e nel giorno di Pasqua tutte le nostre comunità celebreranno in questo luogo la Risurrezione del Signore”.