Si è celebrata in Arabia Saudita la prima messa copta in una struttura turistica di Riad. Un evento che sembrerebbe confermare il nuovo clima instauratosi nel Paese del Golfo da marzo scorso, quando il principe ereditario Mohammed bin Salman bin Abdulaziz ha visitato la cattedrale di San Marco al Cairo, incontrando il patriarca copto Tawadros II.
La messa
La comunità cristiana copta che vive in Arabia Saudita è formata soprattutto da cittadini egiziani espatriati qui per lavoro. La prima messa è stata celebrata dal vescovo Ava Morkos che a Riad è stato anche ricevuto da Mohammed al-Eissa, responsabile di una Ong, pan-islamica, la “Muslim World League”. Padre Polis Halim, portavoce della Chiesa copta ortodossa egiziana, ha espresso in una nota la soddisfazione di quest'ultima per il cambio di rotta che è in corso: “Preannuncia – ha detto il religioso – anche cambiamenti anche maggiori in futuro“. “L'Arabia Saudita – ha sostenuto padre Halim – mostra un livello ammirevole di tolleranza che ci dà molte speranze”.
I cristiani in Arabia Saudita
Si stima che in Arabia Saudita ci siano 1,8 milioni di cristiani, in maggioranza cattolici. La comunità copta si è formata grazie all'emigrazione di lavoratori originari dell'Egitto: sono tre milioni gli egiziani residenti nel Paese del Golfo. Alla messa celebrata dal vescovo Ava Morkos hanno partecipato annche rappresentanti dell'ambasciata e fedeli altre confessioni cristiane. Le immagini del rito sono state diffuse sui social network, segno di come il clima di paura si stia attenuando.
Il nuovo clima
Lo scandalo provocato dall’omicidio Khashoggi ha fatto correre il rischio dell'isolamento internazionale alle autorità saudite che con il nuovo corso segnato dal principe Mohammed bin Salman bin Abdulaziz stanno cercando di ricostruirsi un'immagine più “liberale”. In tal senso sono da leggere, quindi, anche queste aperture in termini di libertà religiosa. Un cambio di marcia c'è stato anche nel trattamento riservato alle donne che dallo scorso anno possono guidare e da quest'anno non sono più costrette ad indossare il tradizionale abito nero.