Catechismo e distanziamento. Le regole dei vescovi dell’Emilia Romagna

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Sugli incontri di catechesi dei bambini e dei ragazzi i vescovi dell’Emilia-Romagna hanno inviato una nota alle parrocchie. E hanno precisato che “è possibile svolgere in presenza gli incontri di catechesi. Per l’iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi. Ottemperando scrupolosamente tutti i requisiti richiesti. Cioè osservando i protocolli già noti. Ed evitando assolutamente incontri senza il distanziamento necessario”. E ciò in considerazione del fatto che le scuole elementari e medie sono in presenza.

Catechismo per i più piccoli

Il punto di partenza è l’ordinanza in vigore in Emilia Romagna. Riguarda la situazione generale causata dalla pandemia da Covid-19. Perciò, precisa l’episcopato, “è conveniente sospendere gli incontri in presenza di catechesi e formazione. Dalla secondaria di secondo grado in poi. Preferendo in questa fase la modalità online“. Nel caso si continui in presenza è necessaria una condizione. E cioè che “siano ottemperate rigorosamente” tutte le misure di sicurezza”. I presuli dell’Emilia Romagna ringraziano presbiteri, diaconi, religiosi e religiose. E in particolare catechisti ed educatori che continuano in condizioni critiche a “prendersi cura della crescita nella fede dei più piccoli”.

Foto © La Repubblica

Ambienti grandi

Il catechismo in presenza può svolgersi solo in ambienti grandi. Come ad esempio le chiese. Con il rispetto dei requisiti richiesti dal protocollo d’intesa con la Confessione Cattolica del 7 maggio 2020 e successive integrazioni. Come mascherina, igienizzazione personale e dei luoghi, distanziamento, posti assegnati. “Come avvenuto nei mesi passati non mancherà la creatività. Che permette di garantire il legame e la formazione anche a distanza. Anche assistendo da remoto le famiglie che con noi sono responsabili della trasmissione della fede ai loro figli”, scrivono i vescovi. “Siamo certi che con unità e perseveranza sapremo aiutare a sconfiggere la pandemia. Il Signore protegga tutti e doni guarigione a chi è colpito dal virus”. 

                    

Paola Anderlucci: