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Casimiro di Cracovia, il principe santo

Figlio di Casimiro IV, nonostante le origini reali donò tutto sé stesso ai poveri e agli ammalati

San Casimiro di Cracovia (1458-1484), che la Chiesa ricorda il 4 marzo, era nato a Cracovia, nel palazzo reale del Wawel, una collina che si trova sulla riva sinistra del fiume Vistola, che attraversa la città. Egli era il terzogenito del re di Polonia Casimiro IV (1447-1492) della regina Elisabetta d’Austria (1454-1492), che lo educherà religiosamente. A tredici anni gli viene offerta la corona d’ Ungheria ma, sapendo che il Papa Sisto IV (1471-1484) è contrario, ritorna in Polonia. Il re suo padre, che mirava all’espansione del regno con lo scopo di unire tutti quegli Stati situati tra il mar Baltico e il mar Nero, affidò la reggenza della Polonia a Casimiro.

La devozione di Casimiro

Il giovane Casimiro, dal 1481 al 1483 amministra con zelo e saggezza lo Stato. Si dimostrò generoso con i poveri, rinunciando ai beni di cui aveva diritto, essendo nato in una famiglia reale. Di lui, si racconta che invece di partecipare alla vita di corte, si ritirava spesso a pregare e a leggere le pagine della Bibbia. Inoltre aveva una particolare devozione per l’Eucarestia e la Vergine Maria.

Donare ai poveri di Cristo

Leggiamo dalla “Vita di San Casimiro”: “La carità quasi incredibile, certamente non simulata ma sincera, di cui ardeva verso Dio onnipotente per opera di quello Spirito Divino, era talmente diffusa nel cuore di Casimiro, tanto traboccava e dalle profondità del cuore tanto si riversava sul prossimo, che nulla gli era più gradito, nulla più desiderato che donare ai poveri di Cristo, ai pellegrini, ai malati, ai prigionieri, ai perseguitati non solo i propri beni, ma tutto se stesso”. Colpito dalla tubercolosi, Casimiro muore nel 1484 durante un viaggio in Lituania, a Hrodna, una città della Bielorussia, ai confini sia della Lituania e della Polonia. Fu proclamato santo da Papa Leone X (1513-1521) nel 1521 e i suoi resti mortali si trovano nella Cattedrale di Vilnius in Lituania.

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