L’emporio della carità sorge a Carpi (provincia di Modena). In una zona della città emiliana facilmente accessibile e ben identificabile. Ed è un nuovo servizio diocesano. Ideato per contrastare le conseguenze della pandemia sui bilanci familiari. Di numerose famiglie che faticano ad approvvigionarsi del necessario.
Carità come missione
Apre a Carpi per iniziativa della diocesi il nuovo emporio partecipativo “Cinquepani”. Una risposta della comunità per far fronte alle nuove povertà. E all’emergenza alimentare. Cioè ai problemi sociali incrementati dalla pandemia. Partecipativo perché è un esercizio commerciale aperto a tutti. Con una clientela regolarmente pagante. Che contribuisce alla sostenibilità economica. E a generare poi gli utili da destinare ad altri utenti. Che possono invece “fare la spesa” mediante schede prepagate. O con diverse percentuali di sconto. Distribuite dalla Caritas diocesana. Attraverso i centri di ascolto delle parrocchie. Le associazioni caritative che aderiscono al progetto. E i servizi sociali territoriali.
Differenza
Questa è la differenza sostanziale con gli empori solidali. Nei quali la distribuzione dei beni di prima necessità avviene sempre gratuitamente. Ed è rivolta esclusivamente alle persone che si trovano in difficoltà economica. L’emporio partecipativo ha l’obiettivo di dare risposta all’emergenza alimentare. Con una modalità che prevede la partecipazione di tutta la comunità. E che non sia stigmatizzante. Si propone di intercettare soprattutto le “nuove povertà”. Sorte a seguito della pandemia. Singole persone, famiglie e gruppi associati, possono contribuire a sostenere l’emporio “Cinquepani”. Prima di tutto come consumatori. E poi offrendo la disponibilità come volontari nelle diverse mansioni richieste. L’emporio partecipativo coinvolge la rete dei centri di ascolto parrocchiali.