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Carnevale blasfemo, lo sdegno dei credenti

Già lo scorso anno il Carnevale delle Canarie aveva sollevato grandi polemiche per il Drag Gala a Las Palmas in cui era stata offesa la Madonna. La storia si è ripetuta quest'anno a Santiago di Compostela, con il “pregòn“, un discorso satirico tenuto dal drammaturgo Carlos Santiago che ha offeso ancora la Vergine del Pilar e San Giacomo con parole irripetibili e blasfeme. Una manifestazione che aveva provocato anche lo sdegno del premier spagnolo Mariano Rajoy. Per questo, dopo l'atto di riparazione di sabato scorso indetto dall'arcivescovo Julian Barrio nel capoluogo gallego ma anche in numerose altre diocesi spagnole, giunge ora una nota congiunta, pubblicata sul sito della Conferenza episcopale spagnola, firmato anche dalla Federazione delle comunità ebraiche, dalla Commissione islamica e dalla Federazione delle entità religiose evangeliche di Spagna in cui si esprime “preoccupazione e tristezza per le costanti e reiterate offese ai sentimenti religiosi dei fedeli delle diverse confessioni” e, “di fronte a questa situazione, chiedono reciproco rispetto per credenti e non credenti”.

Un documento in sette punti nel quale gli esponenti delle confessioni religiose ricordano che “noi cittadini di questo Paese, credenti e non credenti, abbiamo intrapreso insieme, da molto tempo, il cammino senza ritorno verso la convivenza nella libertà e nella pace, dentro la cornice delle leggi, il reciproco riconoscimento e il rispetto dei diritti umani” e ricordano i passi compiuti nella comprensione della “natura perversa di sentimenti, discorsi e atti discriminatori e di odio per ragioni di razza, Paese di origine, sesso, ideologia politica, orientamento sessuale o religione. Ci siamo dotati di leggi per dissuadere, perseguire e punire le manifestazioni più gravi ed estreme di questi comportamenti”. E “anche se resta molto da fare, siamo riusciti a sviluppare una sensibilità sociale condivisa che segnala, esclude e non tollera tali comportamenti”.

Questo, però, “non succede lo stesso, deplorevolmente, con la discriminazione o i reati di odio per motivi religiosi. Le offese contro i sentimenti religiosi godono ancora nel nostro Paese di una tolleranza sociale incomprensibile. In Spagna si profanano templi e simboli, ci si fa beffa e scherno dei rappresentanti più sacri della fede religiosa di milioni di persone, con totale impunità e tolleranza”. “Siamo tornati a vederlo a Carnevale, dove cristiani, ebrei e musulmani, che con distinte sensibilità condividono il rispetto o la devozione per Gesù, Maria e i santi, hanno osservato con dolore uno spettacolo mortificante con provocazioni che nessuno ammetterebbe se l’offesa fosse diretta contro i sentimenti o i valori condivisi di altri gruppi”. E' dunque “inaccettabile” che la “tolleranza e la complicità con le offese religiose pretendano di ripararsi dietro la libertà di espressione” che “come si sa, non è un diritto assoluto. Ha i suoi limiti, come ogni diritto, e non può invocarsi per colpire altre libertà né altri beni giuridici protetti dalle leggi, come lo sono la libertà religiosa e i sentimenti religiosi legati a questa libertà, chiaramente definiti e protetti nella nostra legislazione”. “Le confessioni religiose rappresentate in questo comunicato – conclude la nota – vogliono continuare a lavorare insieme al resto della società spagnola nell’impegno e contributo per la pace, la tolleranza, l’integrazione e la convivenza in libertà in vista del bene comune”

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