In una preghiera a Gesù il cardinale vietnamita simbolo del “martirio della pazienza” invocava: “Una volta celebravo con patena e calice dorati, ora il Tuo sangue nel palmo della mia mano“. E’ in corso il processo di canonizzazione di monsignor François-Xavier Nguyễn Văn Thuận (1928-2002).
Il cardinale e il “martirio della pazienza”
“Mondo e Missione” è la rivista mensile del Pontificio Istituto Missioni Estere. Una tra le più antiche testate missionarie d’Europa ricorda del cardinale Van Thuan una commovente testimonianza. Nel 1997 il porporato vietnamita affidò ai giovani il suo calvario attraverso il libro “Cinque pani e due pesci”. Pagine nelle quali ha raccontato la sua vita spirituale in carcere. E le sue Messe celebrate di nascosto. Con le briciole di pane. E qualche goccia d’acqua e di vino. Con il palmo della mano come calice.
Virtù eroiche
Papa Francesco ha riconosciuto per decreto le sue virtù eroiche. Il cardinale vietnamita è stato tenuto per lunghi anni in carcere. In isolamento. Dalle autorità comuniste dopo la caduta di Saigon nel 1975. Nel libro le preghiere e il segreto di una vita cristiana vissuta in pienezza. Anche nel tempo della prova. Van Thuan fu vescovo ai tempi della guerra del Vietnam. E per tredici anni fu detenuto dalle autorità comuniste dopo la caduta di Saigon nel 1975. Per i primi nove anni in una condizione di isolamento completo. Liberato nel 1988 fu trasferito a Roma. Dove divenne poi presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. E fu creato cardinale da Giovanni Paolo II.