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Cardinale Ezzati: “Il Papa ci invita a riparare il male”

Quello che pensiamo noi vescovi è che l'informazione ricevuta dal Papa deve essere giunta da molte fonti. Il Papa non lo dice ma credo che sia una mancanza, a mio modo di vedere molto grave, che sia stato ingannato il S. Padre, che qualcuno abbia preteso di ingannare il S. Padre e mi sembra che, dal più profondo della nostra coscienza, della mia coscienza, coloro che hanno commesso questa grave mancanza debbano riconoscerla, pentirsi e riparare il male fatto, se lo hanno commesso”. Con queste parole l'arcivescovo di Santiago del Cile cardinale Ricardo Ezzati ha commentato davanti ai giornalisti la lettera inviata da Francesco ai vescovi cileni dopo le conclusioni del suo inviato, mons. Charles Scicluna, che nelle scorse settimane si era recato nel Paese sudamericano per indagare sul caso del vescovo di Osorno, mons. Barros, accusato da molti fedeli di aver coperto gli abusi sessuali del suo padre spirituale Karadima.

Il cardinale ha incontrato la stampa al termine della riunione con circa 400 sacerdoti della diocesi. Un momento di confronto durante il quale “abbiamo potuto ascoltare – ha detto Ezzati – il dolore dei fratelli sacerdoti e anche la rabbia che molti provano. Vogliamo aiutarci reciprocamente e fraternalmente con soluzioni concrete. La cosa più grave – ha sottolineato – è che si privi una persona della sua innocenza”.

“Ci sembra onesto e giusto che il S. Padre possa aprire il suo cuore e correggere i figli che hanno sbagliato – ha continuato il cardinale – L'abuso, lo abbiamo sempre detto, anche fosse stato uno solo, è sempre della massima gravità. Papa Benedetto aveva detto che oltre a essere un gran peccato agli occhi di Dio, è sempre anche un delitto grave”. Quanto all'incontro di maggio dei vescovi cileni a Roma con Francesco, ha spiegato che “il Papa ci invita a cercare insieme a lui le misure adeguate per riparare il male commesso e per guardare al futuro con tutti i mezzi necessari per evitare simili danni”.

Quanto a mons. Juan Barros, il cardinale ha ricordato che la rinuncia del vescovo di Osorno, come quella di qualunque altro vescovo, “dipende solo dal S. Padre”. Tuttavia, quando gli è stato chiesto se il vescovo dovrebbe farsi da parte, Ezzati ha risposto: “A mio giudizio sì, senza dubbio. Per il bene del popolo di Dio. Non sono giudice per decidere se ha coperto o meno gli abusi, però il bene del popolo di Dio chiede da parte sua la disponibilità a questo passo, come dovrei essere disposto io se mi venisse chiesto”. Il porporato, infatti, ha 76 anni e secondo il codice di diritto canonico potrebbe essere sostituito. Ezzati ha risposto ai giornalisti che ha presentato la sua rinuncia oltre un anno fa ed è in attesa della decisione del Papa: “Siamo quattro vescovi ad aver presentato la rinuncia e aspettiamo fiduciosamente che si ricordi di noi. Ci sono molti sacerdoti santi e capaci che possono essere proposti per il rinnovamento episcopale. E le nostre forze – ha concluso – cominciano a diminuire”.

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