Card. Zuppi: “Non arrendersi alla logica inarrestabile della guerra”

Il card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, ha presenziato alla messa nella chiesa di Saint Sulpice, in Francia, con i partecipanti al convegno internazionale sulla pace della Comunità di Sant’Egidio

CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE CEI. Credit: ALESSANDRO AMORUSO

Il card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, presiedendo alla liturgia celebrata dall’arcivescovo di Parigi nella chiesa di Saint Sulpice, ha parlato di pace ai partecipanti al convegno internazionale della Comunità di Sant’Egidio sul tema, quanto mai attuale, “Immaginare la pace”. Tra gli altri, al convegno è intervenuto anche Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che ha paerto la tre giorni dell’Incontro internazionale per la pace a Parigi.

Card. Zuppi: “Non arrendersi alla logica inarrestabile della guerra”

Non arrendersi al “falso realismo della guerra, con la sua logica inarrestabile” e immaginare invece la pace che, ha spiegato il card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, alla liturgia celebrata dall’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich, nella chiesa di Saint Sulpice, con i partecipanti al convegno internazionale della Comunità di Sant’Egidio, significa “parlare, ascoltare, rispondere, dialogare senza confini con un impegno comune”. I tre giorni di incontri nella capitale francese esplorano proprio le possibilità di “Immaginare la pace”: “Non significa chiudere gli occhi e cercare quello che non esiste, ma aprirli sul deserto e iniziare da lì a costruire il giardino”. Si tratta di scendere “negli inferni creati dalla violenza e dalla guerra, dove muoiono tanti santi innocenti, dove si oltraggiano i morti, si torturato i vivi e si colpisce il fratello che l’odio e l’istinto rendono un nemico”.

Riccardi: “La speranza di pace si è indebolita”

“Parlare di pace, in questi tempi, può sembrare da sognatori. Per tanti popoli è tempo di guerra. Guerra che potrebbe allargarsi, mentre si parla dell’uso dell’arma atomica in Europa o altrove. Per decenni, la cultura della pace è stata un riferimento potente: ma come ha potuto volatilizzarsi?”. È stato Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio a porre questo drammatico interrogativo in apertura dell’Incontro internazionale per la pace a Parigi. Ad ascoltarlo al Palais des Congrès il presidente della Repubblica francese, Emanuel Macron, la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, il Rettore della Grande Moschea di Parigi, Chems-Eddine Hafiz, il Gran Rabbino di Francia, Haim Korsia. “Oggi, il discorso pubblico e internazionale ha deposto molti riferimenti alla pace”, ha detto Riccardi. “Le istituzioni internazionali preposte alla pace, prima di tutto le Nazioni Unite, sono spesso deprivate dell’autorità che viene dal consenso degli Stati. Circolano tante armi. I conflitti si accompagnano allo sviluppo di passioni bellicose tra la gente”. Riccardi ha parlato dei testimoni degli orrori delle guerre passate che purtroppo oggi non ci sono più. “La memoria della guerra ha perso valore, la speranza di pace si è indebolita”. “Bisogna immaginare la pace!”, è la proposta quest’anno della Sant’Egidio alla comunità internazionale, perché – ha spiegato Riccardi – “l’immaginazione ci libera dalla rassegnazione. Crea alternative”.

Fonte: AgenSIR