Il cardinale Gianfranco Ravasi, intervistato dal Quotidiano Nazionale, parla dei tre rischi derivanti dall’utilizzo dei social network e di internet: “Serve educazione informatica. Non solo per la tecnica, ma per fornire capacità critica”.
Cardinale Ravasi, il senso critico contro i rischi dei social
“Internet e i social sono un’atmosfera: inquinata o meno, la respirano tutti. L’importante è avere una maschera che la depuri. Questa maschera è il senso critico”. Lo spiega il cardinale Gianfranco Ravasi in un’intervista a QN. Il cardinale vede tre rischi sull’utilizzo dei social. “Il primo è per i nativi digitali. C’è una moltiplicazione esponenziale dei dati disponibili. Questo può produrre un’anarchia intellettuale e morale – racconta -. Inoltre solo in apparenza c’è una democratizzazione. Dietro la deregulation della globalizzazione informatica si nasconde una sottile operazione di condizionamento. Il controllo delle grandi corporation”.
C’è poi un terzo pericolo cioè “il trionfo delle fake news, delle fandonie travestite da verità pseudo-oggettiva. E poi c’è la parola colorata – aggiunge -. La parola che spicca: violentissima, degenerata, minacciosa. Attraverso questi meccanismi diventa comune, accettata. E poi torna nel mondo reale e si trasforma in violenza”. Ravasi sottolinea infine come per cercare di gestire questi pericoli “serve educazione informatica. Non solo per la tecnica, ma per fornire capacità critica. Ci sono esperienze in Francia e in Israele – conclude -. La scuola è il luogo giusto. In classe non bisogna solo istruire, inserire dati, ma anche educare, fare uscire la persona nella propria umanità. Oggi la scuola è quasi muta, come la cultura”.
Fonte: Ansa