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Card. Marx: “Tracciabilità e trasparenza impegno costante”

Norme procedurali trasparenti e regole per i processi ecclesiastici”. Sono alcune delle linee guida proposte dal presidente della Conferenza episcopale tedesca, il Card. Reinhard Marx. Il porporato, che ricopre anche la carica di coordinatore del Consiglio per l'Economia della Santa Sede, ha presentato la sua relazione intitolata “Trasparenza come comunità di credenti” nella terza giornata dell'Incontro in Vaticano sulla protezione dei minori nella Chiesa.

La relazione

“La tracciabilità e la trasparenza non arrivano dal nulla. Sono un impegno costante, che si può adempiere anche con il sostegno di esperti esterni alla Chiesa”, ha esordito Marx. “A essere decisivo – ha spiegato il porporato tedesco riportato da Ansa – è sempre l'atteggiamento personale di coloro che lavorano nell'amministrazione e di coloro che ne sono responsabili. In sostanza, si tratta della domanda fino a che punto si è disposti a giustificare le proprie azioni con gli altri e, in qualche misura, anche a essere controllati da altri”.

Per il card. Marx, “non esistono alternative alla tracciabilità e alla trasparenza. Tuttavia, ci sono obiezioni di cui occorre tener conto. Riguardano principalmente la violazione del segreto pontificio, come anche il rovinare la reputazione di sacerdoti innocenti o del sacerdozio e della Chiesa nel suo insieme attraverso false accuse, se queste vengono rese pubbliche”, anche se “i principi di presunzione di innocenza e di tutela dei diritti personali e la necessità di trasparenza non si escludono a vicenda. Anzi, è proprio il contrario”.

In ogni caso, ha proseguito , “data l'urgenza del tema, le misure più importanti devono essere avviate immediatamente”. Vale a dire: “norme procedurali trasparenti e regole per i processi ecclesiastici”; “la comunicazione al pubblico del numero dei casi e dei relativi dettagli per quanto possibile” (“la diffidenza istituzionale – ha detto – porta a teorie cospirazioniste relative a un'organizzazione e alla creazione di miti sulla stessa. Lo si può evitare se i fatti vengono esposti in modo trasparente”); la “definizione del fine e dei limiti del segreto pontificio”; infine la “pubblicazione degli atti giudiziari”.

“Le corrette procedure giuridiche servono a stabilire la verità e costituiscono la base per comminare una punizione proporzionata all'offesa. Inoltre, stabiliscono fiducia nell'organizzazione e nella sua leadership. Il persistere di dubbi su una condotta appropriata delle procedure processuali non fa altro che danneggiare la reputazione e il funzionamento di un'istituzione. Questo principio – ha concluso il card. Marx – si applica anche alla Chiesa“.

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