Appena il 2% della popolazione, a fronte di 170 mila fedeli cristiani presenti sul territorio dello Stato d’Israele: sono i dati emersi dal rapporto stilato dal locale Ufficio centrale di statistica, a seguito di un’indagine effettuata sulle comunità religiose presenti nel Paese. Stando a quanto riportato, una rilevante maggioranza dei cristiani israeliani, risultano di etnia araba (circa il 79%), mentre la parte restante appartiene alla fascia di popolazione rientrante nella cosiddetta “Legge del ritorno”, ossia la normativa (datata 1950) che consente alle persone di discendenza ebraica, di far ritorno definitivo sul suolo nazionale, con l’obbligo di adempimento, se ancora nella prevista fascia d’età, del servizio militare, sia maschile che femminile.
La maggior parte dei cristiani facenti parte di questa categoria, risulta immigrata nell’ultimo ventennio, o poco più (dalla disgregazione dell’Unione Sovietica in poi) e, in gran parte dei casi, il rientro è avvenuto grazie alla presenza di famiglie o parenti già residenti in Israele. I dati più interessanti, riguardano il bilancio sul tasso di presenza dei cristiani nel Paese, in evidente calo rispetto agli anni passati: il rapporto, infatti, ha evidenziato un ritmo di crescita pari all’1,5%, leggermente inferiore a quello ebraico (1,9%) ma decisamente al di sotto degli standard islamici, i quali si attestano a una percentuale del 2,4%. Preoccupanti, in relazione al contributo a livello comunitario preso in esame, anche i numeri sull’età media della popolazione cristiana la quale, complessivamente, tende all’invecchiamento: gli over 65, infatti, costituiscono l’11% della popolazione, mentre i giovani fino ai 19 anni sono il 28,2%, con un tasso di crescita più lento rispetto ai coetanei ebraici (34,3%) e musulmani (46,9%).
Numeri differenti anche nell’indagine sui matrimoni e sulle nascite. Nel 2015, sono stati 2.669 i bambini nati da donne cristiane (il 74% delle quali di etnia araba), anche se i figli fino a 17 anni all’interno delle loro famiglie, non superano in media l’1,9% (nelle famiglie ebree e musulmane, le percentuali sono rispettivamente 2,3% e 2,8%). Infine, il rapporto dell’Ufficio di statistica, si è concentrato sulle città nelle quali sono maggiormente concentrati i rappresentanti della fede cristiana: il più alto tasso si riscontra a Nazareth, dove se ne contano 22.300, 7 mila in più di Haifa (15.300) e circa 10 mila più di Gerusalemme (12.400).