Una vera e propria onda polemica quella che ha investito il party blasfemo organizzato da alcuni collettivi studenteschi dell'Università di Bologna e che, come manifesto pubblicitario, aveva utilizzato l'immagine della Madonna circondata da contraccettivi, con il provocatorio slogan “Immacolata contraccezione”. Una locandina che ha immediatamente scatenato l'indignazione generale, a cominciare dal senatore leghista Simone Pillon che, nella giornata di ieri, aveva parlato del gesto come di “una schifezza”, ritenendolo “offensivo per tutti i cattolici del nostro Paese e non solo”. E ancora: “Che peccato vedere gente senza ideali – aveva detto Pillon -, che porta avanti solo cattiveria, provocazioni, insulti e blasfemie disgustose. E meno male che sarebbero loro i combattenti contro l'odio. Guardatevi allo specchio, ragazzi”.
L'altolà della Curia
L'immagine ha fatto in pochissimo tempo il giro dei social, incontrando un dissenso concorde sul manifesto blasfemo, condannato duramente anche dalla Curia di Bologna: “La provocazione diffusa in queste ore dalla promozione di un evento e di una immagine irriguardose nei confronti della Madonna – ha scritto – è stata tale da determinare, a quanto pare, l'annullamento per l'offesa al sentimento comune. Infatti il buon senso vuole che vi siano libertà di pensiero, libera circolazione di idee e di pubblica manifestazione senza ledere e offendere la sensibilità popolare”. Le voci critiche, sempre più pressanti, avrebbero spinto l'Unibo ad annullare il party, scatenando peraltro l'ira dei collettivi studenteschi che lo avevano organizzato, i quali hanno addirittura annunciato un corteo di protesta, nonostante la critica al manifesto blasfemo sia stata pressoché unanime.
Botta e risposta
Inevitabile che, in qualche modo, la discussione sia stata dirottata anche sul piano politico tanto che, da Fratelli d'Italia, è arrivata una critica nei confronti del Partito democratico: “Il Pd vuole distruggere la famiglia – ha fatto sapere Federico Mollicone, responsabile della cultura -: non mancano occasione per dimostrare di essere passati dalla difesa del Terzo Stato a quella del terzo sesso. Prima, in Friuli cercano di sostituire in una legge il termine 'famiglia' con un più politicamente corretto 'Rete formale e informale della persona' e permette poi ad alcuni collettivi di estrema sinistra l'organizzazione di una festa con una palese blasfemia nei locali universitari a Bologna. Presenteremo un'interrogazione al ministro Fioramonti, che governa con il Pd, per chiedere il divieto immediato di organizzazione della festa”. Dalle pagine di In Terris, era arrivato anche il commento dell'ex procuratore Italo D'Angelo, il quale ha definito “un'offesa il manifesto apparso a Bologna, nei confronti di chiunque professi la propria fede alla Madonna.