Stamane Papa Francesco ha celebrato la messa nella Basilica Vaticana in occasione del “Giubileo delle persone socialmente escluse”. Nel corso della sua omelia, ha detto: “È un sintomo di sclerosi spirituale quando l’interesse si concentra sulle cose da produrre, invece che sulle persone da amare. Così nasce la tragica contraddizione dei nostri tempi: quanto più aumentano il progresso e le possibilità, il che è un bene, tanto più vi sono coloro che non possono accedervi”.
Bergoglio ha voluto dedicare agli “esclusi” il primo atto della fine del Giubileo della Misericordia che prevede, oggi, la chiusure di tutte le Porte Sante nel mondo, tranne quella della Basilica di San Pietro. “La grande ingiustizia – che vivono gli esclusi – deve preoccuparci molto più di sapere quando e come sarà la fine del mondo. Perché – ha proseguito il Pontefice – non si può stare tranquilli in casa mentre Lazzaro giace alla porta; non c’è pace in casa di chi sta bene, quando manca giustizia nella casa di tutti”.
“La persona umana, posta da Dio al culmine del creato, viene spesso scartata, perché si preferiscono le cose che passano – è stata la denuncia di Francesco -. E questo è inaccettabile, perché l’uomo è il bene più prezioso agli occhi di Dio. Ed è grave che ci si abitui a questo scarto; bisogna preoccuparsi quando la coscienza si anestetizza e non fa più caso al fratello che ci soffre accanto o ai problemi seri del mondo, che diventano solo ritornelli già sentiti nelle scalette dei telegiornali”.
Per i “poveri di sé ma ricchi di Dio”, per coloro che rifiutano “di vivere solo per sé e per i propri interessi”, ha concluso il Papa, “sorgerà il sole della sua giustizia”.