Un viaggio ecumenico, di una sola giornata, in Sud Sudan (Paese in guerra dell’Africa centro-orientale) simile a quello che nell’aprile 2016 portò Papa Francesco e il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo nell’isola greca di Lesbo. Lo ha annunciato Bergoglio durante la visita alla parrocchia anglicana di Roma avvenuta domenica pomeriggio rispondendo alla domanda di un seminarista africano.
Francesco stava parlando ai fedeli che hanno affollato la All Saints Church di via del Babuino in merito alle “giovani Chiese”, che hanno da insegnare molto proprio perchè sono giovani e hanno più energie di quelle “meno giovani”. “Con i miei collaboratori – ha rivelato il Pontefice – stiamo studiando la possibilità di un viaggio in Sud Sudan, di solo un giorno, là c’è una situazione difficile”.
Il Papa ha poi evidenziato il contesto ecumenico del viaggio: “Sono venuti da me il vescovo anglicano, quello presbiteriano e quello cattolico e mi hanno detto: venga! Ma non da solo, venga con l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby“. Bergoglio ha sottolineato come l’invito ecumenico sia partito dai leader delle tre principali confessioni cristiane presenti in Sud Sudan, nella speranza che la presenza del Vescovo di Roma e del primate della Comunione anglicana possa aiutare la difficile pacificazione. Nel dicembre del 2013 è scoppiato nel Paese un conflitto etnico tra le forze governative del presidente Kiir di etnia dinka e quelle fedeli all’ex vicepresidente Machar di etnia nuer che dura ancora oggi, con migliaia di vittime.
Il Pontefice è sempre stato particolarmente sensibile a quello che ha più volte definito “l’ecumenismo del sangue”: il fatto che le persecuzioni non fanno differenza tra le diverse confessioni cristiane e che il sangue dei martiri si mescola in modo indiscriminato.