La vanità “è come la cipolla, tu la prendi e cominci a sfogliare. Ne sfogli un po’ oggi, un po’ domani e per tutta la vita, per vincerla. E alla fine stai contento: ho tolto la vanità, ho sfogliato la cipolla, ma ti rimane l’odore in mano”. Lo ha detto il Papa nella Messa a Santa Marta citando i padri egiziani del deserto a commento della prima lettura odierna tratta dal libro di Qoelet. Francesco ha sottolineato che, anche quando fanno del bene, i cristiani devono rifuggire la tentazione di apparire, di “farsi vedere”. La vanità è una tentazione, una “malattia spirituale molto grave”, che non c’è solo per i pagani ma anche per i cristiani, per le “persone di fede”. Secondo il Papa il vanitoso, che vive per apparire, dice: “Guarda, io do questo assegno per le opere della Chiesa”. Poi, però, “truffa dall’altra parte la Chiesa”. “‘Quando tu digiuni, dice il Signore a questi, per favore non fare il malinconico lì, il triste – ha continuato il Santo padre – perché tutti se ne accorgano, che tu stai digiunando; no, digiuna con gioia; fa’ penitenza con gioia, che nessuno si accorga”. I cristiani che vivono così “sembrano pavoni” e loro esistenza sembra “una bolla di sapone”: “Io sono cristiano, io sono parente di quel prete, di quella suora, di tal vescovo, la mia famiglia è una famiglia cristiana”.
Il successore di Pietro evidenzia che piuttosto è importante domandarsi: “Ma la tua vita col Signore?Come preghi? La tua vita nelle opere di misericordia, come va? Tu fai le visite agli ammalati?”. “Dobbiamo costruire la nostra casa, cioè la nostra vita cristiana – ha aggiunto – sulla roccia, sulla verità”. Invece, “i vanitosi costruiscono la casa sulla sabbia e quella casa cade, quella vita cristiana cade, scivola, perché non è capace di resistere alle tentazioni”. La vanità, ha continuato, “semina inquietudine cattiva, toglie la pace. E’ come quelle persone che si truccano troppo e poi hanno paura che le prenda la pioggia e tutto quel trucco venga giù”. Il Papa, osservando che solo la verità dà pace, ha invitato a pregare il Signore affinché conceda la grazia “di essere veri, con la verità della realtà e del Vangelo”.