Si ĆØ appena conclusa l’udienza del Papa ai partecipanti al Congresso Internazionale della Pastorale delle Grandi CittĆ (Barcelona 24, 26 novembre 2014) nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico. GiĆ ieri, il Santo Padre aveva inviato, dopo il viaggio a Strasburgo, all’arcivescovo di Barcellona monsignor Lluis Martinez Sistach, un breve discorso di incoraggiamento per gli sforzi compiuti spiegando che occorre riflettere in modo creativo sul “modo di affrontare il compito di evangelizzatore nei grandi nuclei urbani, sempre piĆ¹ in espansione, e nei quali tutti hanno bisogno di sentire la vicinanza e la misericordia di Dio, che non li abbandona”. Il Papa ĆØ poi tornato sul tema delle periferie chiarendo che la Chiesa “non considera una perdita andare nelle periferie o cambiare i soliti schemi, quando serve. Come ad una madre, quel che le interessa ĆØ il bene dei propri figli, senza risparmiare sforzi e sacrifici”.
Stamane Papa Bergoglio ha fattoĀ una riflessione sull’Evangelii Gaudium, ponendo l’attenzione sulla pastorale urbana e facendo anche ben emergere la sua esperienza pastorale a Buenos Aires insieme ai vescovi delle 11 diocesi che compongono quella regione ecclesiastica abitata da circa 13 milioni di persone.
Il Pontefice ha insistito su alcuni aspetti, il primo ĆØ quello di attuare un cambiamento di mentalitĆ pastorale perchĆØ oggi i cristiani non sono piĆ¹ i soli a produrre cultura senza tuttavia sottovalutare il pericolo della pastorale relativista che abbandona l’uomo a se stesso.
Il secondo: dialogare con le diverse culture senza negoziare la propria identitĆ cristiana ma volendo raggiungere la comprensione dell’altro e lƬ, poi, “seminare il Vangelo”. Nemmeno rifiutare lāapporto delle diverse scienze per conoscere il fenomeno urbano, la religiositĆ delle diverse culture che “nel loro nucleo piĆ¹ profondo sono sempre aperte e assetate di Dio” e “non ĆØ bene fare valutazioni affrettate e generiche”. L’America Latina, ha detto il Papa, “si ĆØ resa conto di questa forza religiosa, che viene soprattutto dalle maggioranze povere”.
Il terzo aspetto ĆØ proprio l’attenzione ai poveri perchĆØ “la Chiesa non puĆ² ignorare il loro grido, nĆ© entrare nel gioco dei sistemi ingiusti, meschini e interessati che cercano di renderli invisibili”.”Tanti poveri, vittime di antiche e nuove povertĆ : povertĆ strutturali e endemiche che stanno escludendo generazioni di famiglie. PovertĆ economiche, sociali, morali e spirituali. PovertĆ che emarginano e scartano persone, figli di Dio. Nella cittĆ , il futuro dei poveri ĆØ piĆ¹ povertĆ ”.
Infine un invito per i laici a “imparare a suscitare la fede”, attraverso le catechesi e non solo, risvegliando “la curiositĆ e lāinteresse per GesĆ¹ Cristo”, mediante una Chiesa samaritana capace di “incidere nei nuclei piĆ¹ profondi, lĆ dove nasce la cultura” con una testimonianza autentica.
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