BERGOGLIO IN PARAGUAY: “LA CORRUZIONE È LA CANCRENA DI UN POPOLO”

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“Un incontro che sappia riconoscere che la diversità non solo è buona: è necessaria. L’uniformità ci annulla, ci trasforma in automi”. E’ quanto affermato da Papa Francesco nell’appuntamento con i rappresentanti della società civile del Paraguay radunati nel Palazzetto dello Sport “León Condou” di Asunción. Il Pontefice ha spiegato quanto sia importante, per i giovani, capire che “la vera felicità passa attraverso la lotta per un mondo più fraterno” e giusto. “La felicità e il piacere – ha sottolineato – non sono sinonimi” perché “la felicità richiede l’impegno e la dedizione”, esige “grandi ideali” per non vivere la vita come “anestetizzati”.

“Un aspetto fondamentale per promuovere i poveri – ha poi osservato ricordando che è necessario costruire una società più inclusiva – è nel modo in cui li vediamo. Non serve uno sguardo ideologico, che finisce per utilizzare i poveri al servizio di altri interessi politici o personali”. Fraternità, giustizia, pace, ha evidenziato a braccio, “sono parole concrete, non nominalismi, il nominalismo è un pericolo, se non sono parole concrete, non servono”. “Sapete – ha continuato – di quelle persone che fanno tanti discorsi, molto eloquenti, con tante parole, poi quando conosci la persona, capisci che per lui sono solo parole, e pensi: ‘che bugiardo’”. Infine l’appello contro la corruzione: “la corruzione è la cancrena, il marcio di un popolo”.

In mattinata il vescovo di Roma ha celebrato la Messa nel Santuario di Caacupé, dedicato all’Immacolata Concezione. Come Maria, ha affermato durante l’omelia, anche le donne e le madri paraguayane hanno vissuto situazioni molto difficili e hanno continuato a credere, anche “sperando contro ogni speranza”. “Dio benedica questa tenacia – ha soggiunto – Dio benedica e conforti la vostra fede, Dio benedica la donna paraguayana, la più gloriosa d’America”. La giornata del successore di Pietro era iniziata con la visita, ad Asunción, dell’ospedale pediatrico “Niños de Acosta Ñú”. Francesco aveva visitato tre reparti, vivendo un momento privato coi piccoli degenti, e poi aveva incontrato una rappresentanza della struttura ospedaliera.

Stefano Cicchini: