“Fratelli“, “mi sento a casa“. Sono queste alcune delle espressioni di Papa Francesco nell’incontro coi detenuti del carcere di San Vittore. Durante le 3 ore trascorse nella Casa circondariale il Pontefice, visibilmente emozionato, ha affermato anche che nessuno “merita di essere rinchiuso” ripetendo che, dinanzi a un carcerato, spesso si domanda: “Perché lui e non io?”. Il Santo Padre era giunto all’entrata del carcere a bordo della papamobile varcando il portone del penitenziario dopo essere stato accolto dal Provveditore regionale della Lombardia Luigi Pagano, il direttore Gloria Manzelli, il commissario capo Manuela Federico e il cappellano don Marco Recalcati.
Accompagnato dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, nel corridoio d’ingresso ha salutato il personale della direzione e della polizia penitenziaria; poi, in diverse aree della struttura, ha incontrato personalmente i detenuti. Alle 12.30 il Pontefice ha pranzato insieme ai carcerati nel Terzo Raggio della Casa circondariale. Lì è stata allestita una tavolata di circa 50 metri, apparecchiata con una tovaglia gialla di carta. Il menù tipicamente milanese: risotto allo zafferano, cotoletta e patatine, panna cotta. Ma anche un “omaggio” al vescovo di Roma: i carciofi alla giudia. Successivamente, alle ore 13.45, il Santo Padre si è trasferito in auto al Parco di Monza per la celebrazione della Santa Messa.
La preparazione all’incontro col Papa
Per la prima volta di un Pontefice a San Vittore i cappellani hanno avviato percorsi di riflessione attraverso l’ascolto dei Papi (Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e lo stesso Francesco) nelle visite che hanno compiuto nelle carceri italiane. I detenuti hanno scritto diverse lettere a Bergoglio, missive che Radio Vaticana ha reso pubbliche. Storie di sofferenza, di ferite inflitte a se stessi e agli altri, di invocazioni, di ascolto; richiesta di preghiere e sostegno per la loro fede debole, ma soprattutto la volontà di ricominciare.
Il carcere di San Vittore
San Vittore è un carcere giudiziario, non penale, costruito nel 1879. I reclusi, pertanto, sono tutti in fase di giudizio, non stanno scontando una pena. La media di permanenza è tra i 9 e i 12 mesi. I detenuti presenti al 31 gennaio 2017 sono 839, ma i posti regolamentari sarebbero 703, di cui 285 non disponibili. Nel 2012 erano detenute 1.700 persone; la riduzione segue la sentenza della Corte europea che impone un minimo di 3 metri quadri per ogni carcerato. Il numero di unità tra personale di polizia penitenziaria, educatori e amministratori è sottodimensionato. Sovraffollamento e poco personale: una realtà, questa, comune a molte carceri del nostro Paese.