“Noi sappiamo pregare benissimo quanto chiediamo cose, anche quando ringraziamo il Signore, ma la preghiera di lode è un po’ più difficile per noi: non è tanto abituale lodare il Signore”. E’ il commento di Papa Francesco alla lettera di San Paolo agli Efesini durante l’omelia a Santa Marta. Il cristiano, ha affermato il vescovo di Roma, “è uno scelto nel cuore di Dio prima della creazione del mondo. Anche questo pensiero riempie di gioia il nostro cuore: io sono scelto! E ci dà sicurezza”. “Se noi non crediamo questo – ha ribadito – non siamo cristiani. Forse saremo impregnati di una religiosità teista, ma non cristiani!”. Per capirlo, secondo Papa Bergoglio, “dobbiamo entrare nel Mistero di Gesù Cristo” che “ha riversato il suo sangue in abbondanza su di noi, con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà”.
“Quando noi celebriamo l’Eucaristia, entriamo in questo Mistero – ha sottolineato – che non si può capire totalmente: il Signore è vivo, è con noi, qui, nella sua gloria, nella sua pienezza e dona un’altra volta la sua vita per noi. Questo atteggiamento di entrare nel Mistero dobbiamo impararlo ogni giorno”. La preghiera di lode, ha concluso, è “preghiera della vera gioia” e anche “preghiera di memoria: ‘Ma quanto ha fatto il Signore per me! Con quanta tenerezza mi ha accompagnato, come si è abbassato; si è inchinato come il papà si inchina col bambino per farlo camminare’”.