L’albanese “è fratello, ha la capacità della fratellanza; e questo si vede nel convivere, nel collaborare fra le tre religioni: gli islamici, gli ortodossi e i cattolici. Collaborano come fratelli”. Lo ha detto il Papa ai giornalisti, sull’aereo Tirana-Roma, di ritorno dalla visita compiuta in Albania. Il Santo Padre, nel corso del suo quarto viaggio internazionale, ha riferito alcuni aspetti del popolo albanese che lo hanno particolarmente colpito . “Mi avevano detto – ha osservato – che è il Paese più giovane d’Europa”. “Si vede una cultura superiore”, ha ribadito, capace di costruire fratellanza, “una strada di pace, convivenza e di collaborazione”. Il successore di Pietro ha parlato, inoltre, delle storie di persecuzione messe in atto dal regime. “Io da due mesi stavo studiando quel periodo difficile per capirlo… È stato un periodo crudele, il livello di crudeltà è stato terribile”.
Ha poi richiamato alla memoria le immagini dei martiri del comunismo – che saranno presto beatificati – viste lungo il viale del palazzo presidenziale e nella piazza intitolata a Madre Teresa di Calcutta: “Non solo cattolici – ha sottolineato – anche ortodossi e islamici… li facevano fuori perché dicevano di credere in Dio”. Ha confermato di essersi profondamente commosso fino alle lacrime ascoltando in cattedrale la testimonianza del prete incarcerato per 27 anni: “Davvero sentire parlare un martire del proprio martirio è forte, credo che eravamo commossi, e parlavano con naturalezza e con un’umiltà che sembravano raccontare le storie della vita di un altro”.
Secondo il Pontefice il “Paese delle Aquile”, proprio grazie alla “cultura di convivenza” che vive ogni giorno è di fatto “europeo”, anche se ancora non appartiene alla comunità europea. In tal senso il Papa ha dichiarato di aver voluto dare un messaggio di “sostegno” che va oltre l’Albania, “indicando una strada di pace, convivenza e di collaborazione”. Durante il volo ha menzionato anche i suoi prossimi viaggi, in Turchia, dove sarà ad Istanbul con il patriarca Bartolomeo I, e a Strasburgo.
