BERGOGLIO E IL SENSO DELLA VITA. “E’ UN SERVIZIO AL PROSSIMO”

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Nella catechesi di oggi in piazza San Pietro il Pontefice ha parlato dell’imminente triduo pasquale che inizia domani con la Messa “nella Cena del Signore”. Nel Vangelo di questa celebrazione, ricordando la lavanda dei piedi – ha osservato – Gesù “esprime il senso della sua vita e della sua passione, quale servizio a Dio e ai fratelli: ‘Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire’”. Nel venerdì santo, ha continuato, “meditiamo il mistero della morte di Cristo e adoriamo la Croce”.

“Che cosa significa – ha soggiunto – questa parola che Gesù dice: ‘E’ compiuto!’? Significa che l’opera della salvezza è compiuta, che tutte le Scritture trovano il loro pieno compimento nell’amore del Cristo, Agnello immolato. Gesù, col suo Sacrificio, ha trasformato la più grande iniquità nel più grande amore”. Il Santo Padre ha ricordato don Andrea Santoro, sacerdote assassinato in Turchia, “esempio di un uomo dei nostri tempi” che ha offerto la vita “come dono d’amore ai fratelli, ad imitazione di Gesù”. “Che bello sarà quando tutti noi, alla fine della nostra vita, con i nostri sbagli, i nostri peccati, anche con le nostre buone opere, con il nostro amore al prossimo – ha aggiunto il Papa – potremo dire al Padre come Gesù ‘E’ compiuto!’”. Il sabato santo, ha affermato, “è il giorno in cui la Chiesa contempla il ‘riposo’ di Cristo nella tomba dopo il vittorioso combattimento della croce” sperando “contro ogni speranza” nella Risurrezione di Gesù.

“E nella grande Veglia Pasquale, in cui risuona nuovamente l’Alleluia – ha proseguito – celebriamo Cristo Risorto centro e fine del cosmo e della storia; vegliamo pieni di speranza in attesa del suo ritorno, quando la Pasqua avrà la sua piena manifestazione”. Il vescovo di Roma ha sottolineato che “a volte il buio della notte sembra penetrare nell’anima”; “ma proprio in quel buio Cristo accende il fuoco dell’amore di Dio: un bagliore rompe l’oscurità e annuncia un nuovo inizio, qualcosa incomincia nel buio più profondo”. “Cari fratelli e sorelle – ha concluso – in questi giorni del Triduo Santo non limitiamoci a commemorare la passione del Signore, ma entriamo nel mistero, facciamo nostri i suoi sentimenti, i suoi atteggiamenti, come ci invita a fare l’apostolo Paolo: ‘Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù’. Allora la nostra sarà una ‘buona Pasqua”. Al termine dell’udienza generale il successore di Pietro ha ricordato che domani cade il decimo anniversario della morte di San Giovanni Paolo II.

Stefano Cicchini: