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Bergoglio convoca un incontro per combattere le ingiustizie sociali

Papa Francesco non smette di ricordarci l’urgenza di uscire verso le periferie, di abbracciare gli esclusi, di ascoltare e rispondere con forza al loro “grido di giustizia”. E’ quanto affermato dal cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio consiglio Giustizia e Pace, presentando l’Incontro mondiale dei Movimenti Popolari che si svolgerà dal 27 al 29 ottobre a Roma. Il Pontefice sarà presente all’appuntamento nella giornata di martedì 28 ottobre. Il porporato ha spiegato che è essenziale “ascoltare con umiltà, non solo riguardo alle sofferenze, ma anche alle aspettative, alle speranze e alle proposte che nutrono gli stessi emarginati. Essi devono diventare i protagonisti della loro vita, non essere semplicemente destinatari passivi della carità o dei programmi di qualcun altro. Essi devono diventare i protagonisti dei necessari cambiamenti economici e sociali, politici e culturali”.
Problemi abitativi dei poveri, lavoro, terra, violenza e ambiente sono le principali tematiche che saranno affrontate in questa tre giorni, illuminata da un passaggio chiave dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium: “Fintantoché non si risolvono radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e alla speculazione finanziaria, e attaccando le cause strutturali dell’iniquità, non si risolveranno i problemi del mondo e, in definitiva, nessun problema. L’iniquità è la radice di tutti i mali sociali”. Uno dei promotori dell’incontro è Juan Grabois, l’avvocato che, con l’appoggio dell’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Bergoglio, ha ottenuto il riconoscimento legale del movimento dei “cartoneros”.
Grabois, che ha parlato della sua esperienza con un Papa abituato a stare tra gli ultimi della società, ha puntualizzato gli obiettivi dell’incontro: “Condividere il pensiero sociale di Francesco, elaborare una sintesi della visione dei movimenti popolari riguardo le cause della crescente disuguaglianza sociale e dell’aumento dell’esclusione nel mondo, proporre alternative popolari per affrontare i problemi che il capitalismo finanziario e le transnazionali impongono ai poveri, valutare il ruolo dei movimenti nella costruzione della pace e nella cura dell’ambiente, infine discutere il rapporto dei movimenti popolari con la Chiesa e come andare avanti in questo senso”.

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