Papa Francesco ha deciso di celebrare la Messa “in coena Domini” del Giovedì Santo, con il tradizionale rito della Lavanda dei piedi, con i profughi di una struttura romana. Dopo essere stato in un carcere minorile, in un centro per anziani e lo scorso anno nella prigione di Rebibbia, il Pontefice ha deciso quest’anno, per la celebrazione che avverrà il prossimo 24 marzo, di rivolgere uno speciale gesto di attenzione ai rifugiati e ai migranti.
Nelle omelia che il Pontefice tiene ogni mattina a Santa Marta, spesso emerge il tema dei migranti. “Ci farà bene pensare a tanta gente che non ha neppure un’ultima carezza al momento di morire. Tre giorni fa è morto uno, qui, sulla strada, un senzatetto: è morto di freddo – ha detto in una recente riflessione -. In piena Roma, una città con tutte le possibilità per aiutare. Perché, Signore? Neppure una carezza”. Sono tante, “le valli oscure” del nostro tempo. Francesco, più volte ha abbozzato un elenco dolente. E sempre compare la disperazione della gente in fuga come siriani bloccati a Idumeni, al confine tra Grecia e Macedonia.