“La misera tattica delle odierne guerre politiche o culturali” di “puntare il dito o aggredire chi non la pensa come noi, non può essere il metodo della Chiesa”. Lo ha detto il Papa nel discorso ai nunzi, ricevuti per il loro giubileo.
“Pietro (cioè il Papa) – ha spiegato Beroglio – sopravvive allo straripare delle ideologie, alla riduzione della Parola alla sola convenienza, alla sottomissione ai poteri di questo mondo che passa” e la “permanenza della Chiesa non poggia sul consenso dei salotti o della piazze”.
E, sempre a proposito della misericordia, il Papa ha aggiunto: “non abbiamo il diritto di privare il mondo, anche nei forum della azione diplomatica bilaterale e multilaterale e nei grandi ambiti del dibattito internazionale, di questa ricchezza che nessun altro può donare”.
Nell’amplissimo discorso, il Papa ha insistito anche sul dialogo con tutti e sulla vicinanza dei nunzi ai popoli: “il Nunzio si trova bene, come a casa sua; si sente libero e felice di instaurare rapporti costruttivi, condividere la vita quotidiana del posto (cucina, lingua, usanze), esprimere le proprie opinioni e impressioni con grande rispetto e senso di prossimità, accompagnare con lo sguardo che aiuta a crescere”. Per questo, ha sottolineato il Papa, “non basta puntare il dito o aggredire chi non la pensa come noi”.