L’allenatore “può dare un contributo assai prezioso per creare un clima di solidarietà e di inclusione nei confronti dei giovani emarginati e a rischio di deriva sociale, riuscendo a trovare modi e mezzi adeguati per avvicinare anche loro alla pratica sportiva e ad esperienze di socializzazione”. Sono le parole di Papa Francesco nel messaggio inviato al Seminario internazionale di studio sul tema “Allenatori: educatori di persone”, organizzato dalla sezione “Chiesa e Sport” del Pontificio Consiglio per i Laici, in corso a Roma, presso l’Auditorium di Villa Aurelia, dal 14 al 15 maggio. “Tutti noi, nella vita – ha esordito il vescovo di Roma – abbiamo bisogno di educatori, persone mature, sagge ed equilibrate che ci aiutano a crescere nella famiglia, nello studio, nel lavoro, nella fede”.
L’allenatore sportivo, secondo il Santo Padre, “soprattutto negli ambienti cattolici dello sport amatoriale, può diventare per tanti ragazzi e giovani” un buon educatore, così importante “per lo sviluppo di una personalità matura, armonica e completa”. Nell’adolescenza e la prima giovinezza “si avverte vivamente il bisogno di apprezzamento e di stima da parte non solo dei coetanei ma anche degli adulti” ed “è più reale il pericolo di smarrirsi dietro cattivi esempi e nella ricerca di false felicità”. “L’influenza di un educatore, soprattutto per i giovani – ha soggiunto – dipende più da ciò che egli è come persona e da come vive che da quello che dice. Quanto è importante allora che un allenatore sia esempio di integrità, di coerenza, di giusto giudizio, di imparzialità, ma anche di gioia di vivere, di pazienza, di capacità di stima e di benevolenza verso tutti e specialmente i più svantaggiati! E com’è importante che sia esempio di fede!”.
Quest’ultima, infatti, “aiuta ad alzare lo sguardo verso Dio, per non assolutizzare alcuna delle nostre attività, compresa quella sportiva, sia essa amatoriale o agonistica, ed avere così il giusto distacco e la saggezza per relativizzare sia le sconfitte che i successi”. Il Pontefice ha sottolineato che se l’allenatore “ha equilibrio umano e spirituale saprà anche preservare i valori autentici dello sport e la sua natura fondamentale di gioco e di attività socializzante, impedendo che esso si snaturi sotto la spinta di tanti interessi, soprattutto economici, oggi sempre più invadenti”. Infine ha invitato “tutte le organizzazioni che operano nel campo dello sport, le federazioni internazionali e nazionali, le associazioni sportive laiche ed ecclesiali” ad “investire le necessarie risorse per la formazione professionale, umana e spirituale degli allenatori”.